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712 Davy Marguerettaz
verso Parigi un marchio personale, rifiutando un’ottica di conciliazione
a ogni costo. Emerge il lato più irascibile e impulsivo di Pio VII, che la
storiografia non ha sottolineato a sufficienza rispetto al suo lato con-
ciliatore, ma che in alcune circostanze determina il corso degli eventi.
Ormai a Sant’Elena, Napoleone dirà efficacemente che le lettere di
Pio VII erano scritte «avec la plume de Grégoire VII» . Il riferimento al
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grande papa della lotta per le investiture rende molto bene la portata
e l’intensità dell’opposizione fra l’imperatore e il pontefice. Le setti-
mane e i mesi successivi vedono un progressivo radicalizzarsi dello
scontro, con irrigidimento delle parti. Napoleone riceve la lettera del
13 novembre dopo lo sbarco di un contingente anglo-russo nel Regno
di Napoli e alla vigilia della battaglia di Austerlitz, interpretandola
come un voltafaccia da parte della Santa Sede. La risposta, scritta da
Monaco il 7 gennaio successivo , lascia trasparire la rabbia per il pre-
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sunto tradimento: l’imperatore lamenta che «Votre Sainteté ait prêté
l’oreille aux mauvais conseils et se soit portée à m’écrire une lettre si
peu ménagée», rifiuta l’evacuazione di Ancona e rinfaccia al papa tutte
le risposte negative ricevute da Roma nei mesi precedenti. Quindi, con-
clude mischiando il sarcasmo con la minaccia di richiamare Fesch e
un aperto attacco a Consalvi:
Je le répète, si Votre Sainteté veut renvoyer mon ministre, elle est libre de
le faire; elle est libre d’accueillir de préférence et les Anglais et le calife de
Constantinople; mais, ne voulant pas exposer le cardinal Fesch à ces avanies,
je le ferai remplacer par un séculier. Aussi bien la haine du cardinal Consalvi
contre lui est telle, qu’il n’a constamment éprouvé que de refus, tandis que les
préférences étaient pour mes ennemis.
La posizione assunta dal vittorioso imperatore riguardo agli affari
romani è chiara: l’influenzabile pontefice, che ha opposto un rifiuto
dopo l’altro alle sue richieste, segue la linea dettatagli dai suoi colla-
boratori; la parte del leone è tenuta dal segretario di Stato, le cui sim-
patie vanno tutte ai nemici della Francia.
Nel carteggio con Fesch il linguaggio è ancora più esplicito e aggres-
sivo: «Dites à Consalvi que, s’il aime sa patrie, il faut qu’il quitte le
ministère, ou qu’il fasse ce que je demande» . Inoltre, per la prima
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volta, Napoleone afferma che l’essere il successore ideale di Carlo Ma-
gno non ha solo una rilevanza simbolica, ma implica anche diritti po-
litici concreti: «Pour le Pape, je suis Charlemagne […]. Je ne changerai
27 Mémoires pour servir à l’histoire de France sous Napoléon, 4 voll., Martin Bossange
– Henri Colburn, London, 1823-1824, v. 1, pp. 124-125.
28 Lettera di Napoleone a Pio VII, Monaco, 7 gennaio 1806, N. Bonaparte,
Correspondance générale cit., v. 6, pp. 31-32.
29 Lettera di Napoleone a Joseph Fesch, Monaco, 7 gennaio 1806, ivi, p. 31.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)