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L’inizio della crisi fra Pio VII e Napoleone e la caduta di Consalvi (1805-1806) 709
rimane uno dei punti fissi della politica estera francese. A minacciare
i possedimenti dell’Impero nella penisola e i suoi satelliti (Regno d’Ita-
lia, Etruria, Lucca) vi sono l’armata austriaca in Veneto e il Regno di
Napoli, di cui è nota l’attitudine radicalmente antifrancese. Il papa in-
tende portare avanti una politica di «neutralità assoluta», indispo-
nendo fortemente Napoleone, che vorrebbe invece integrare lo Stato
pontificio nel suo dispositivo d’alleanze.
In questo contesto, evento gravido di conseguenze per i rapporti
franco-pontifici è la rottura irreversibile tra Fesch e Consalvi. Il cardi-
nale ambasciatore intrattiene una vasta rete di informatori e accusa il
segretario di Stato di non contrastare a dovere gli intrighi degli ele-
menti antifrancesi nel territorio pontificio, riferendosi in particolare
all’ambasciatore russo presso il re di Sardegna Lizakewicz e al suo
omologo inglese Jackson . Le parole che scrive al suo imperiale nipote
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per giustificare una «note énergique» inviata a Consalvi (con il delibe-
rato intento di incutergli timore) mostrano eloquentemente quale sia
l’origine delle tensioni fra i due porporati:
Il était temps de faire remuer le secrétaire d’État; il fallait lui dire des véri-
tés, piquer sa vanité et lu [sic] faire peur, s’il favorisait secrètement les mal-
veillants. À cet effet, je lui remis une note énergique.[…]
Malgré qu’il [Consalvi] ait ensorcelé le Saint-Père, malgré qu’il soit le con-
seiller, le ministre, et tout dans Rome, moi seul je balançais sa puissance, et
sa crainte d’être ouvertement attaqué me donnait des facilités dans les affai-
res. Il sentait que ses nombreux ennemis ne pouvaient rien sans moi. Il était
donc convenu que je le mettrais à l’ordre toutes les fois que je le voudrais, en
lui faisant peur. Plus encore, je crus devoir lui écrire confidentiellement, le
prenant par son faible qui est la peur, et l’aiguillonnant à se montrer franche-
ment.
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Sorprendono i modi sfrontati di Fesch. Si vuole piegare il segretario
di Stato non attraverso la persuasione, ma con la paura, vista come un
punto debole del cardinale, che pure la storiografia descrive come uomo
sicuro e inflessibile (ma non è difficile pensare che Fesch si inganni su
questo). Più importante ancora, si trasmette al governo francese una
certa immagine del funzionamento e dei rapporti di forza della Curia.
Consalvi è «tutto», ha «stregato» il papa e, di conseguenza, ogni decisione
è opera sua. Convincendolo, perciò, si può indirizzare la politica della
Santa Sede, e questo spiega la fortissima pressione che Fesch inizia a
14 Cfr. A. Latreille, Napoléon et le Saint-Siège (1801-1808). L’ambassade du cardinal
Fesch à Rome, Alcan, Paris, 1935, pp. 424-430.
15 Lettera di Joseph Fesch a Napoleone, Roma, 19 settembre 1805, A. Du Casse,
Histoire des négociations diplomatiques relatives aux traités de Morfontaine, de Lunéville
et d’Amiens, 3 voll., Dentu, Paris, 1855, v. 1, pp. 42-43.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)