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752 Recensioni e Schede
che anno fa in un volume dedicato rebbe unita ai Requesens, imparen-
alle monacazioni forzate – una in tati con il viceré Bernardo. Trasfe-
particolare sembra qualificare, tra rendosi a Palermo inseriva il figlio
cesure e permanenze, questa società nella migliore società, facilitandogli,
in forte cambiamento: la famiglia pa- nel 1499, un proficuo matrimonio,
trilineare fortemente segnata, specie che portava nuova ricchezza e pre-
se nobile, dal passaggio del patrimo- stigio agli Aragona, con Giulia Al-
nio in linea maschile. La legge del liata, appartenente ad una genia di
maggiorascato assegnava infatti – è banchieri pisani e già vedova senza
noto – ai soli primogeniti maschi figli di Carlo de Luna Peralta, auto-
l’eredità insieme al ‘dovere’ di man- revole conte di Caltabellotta. Mo-
tenere il lignaggio e il potere econo- rendo di parto solo due anni dopo,
mico del casato. I figli cadetti, esclusi Giulia lasciava come unica erede la
dal mercato matrimoniale, dovevano neonata Antonina Concessa (e non
accontentarsi della vita militia o en- Contessa, tiene a chiarire l’autrice!).
trare nelle maglie della Chiesa. Con tale ingente patrimonio il no-
L’anello debole della catena era stro barone cominciava la scalata al
ovviamente la donna. Solo una o due suo cursus honorum: ingrandiva il
figlie venivano destinate al matrimo- potere politico-finanziario del lignag-
nio: pedine necessarie per attuare gio versando ingenti somme a Ferdi-
strategie di consolidamento o di allar- nando il Cattolico, incrementava la
gamento del potere familiare; le altre, coltivazione della canna da zuc-
più o meno consenzienti, venivano av- chero. Favoriva infine – per non di-
viate al chiostro. Sia le ‘maritate’ che le sperdere il patrimonio – le nozze en-
monache rappresentavano, in ogni dogamiche, della figlia dodicenne,
caso, un prolungamento del potere prima con il cugino Francesco Ta-
delle famiglie d’origine, specie se arri- gliavia e, morto questo, con il co-
vavano a ruoli apicali in convento o se gnato Giovanni, ma con l’obbligo di
entravano in ricchi e prestigiosi casati anteporre al suo il cognome Ara-
attraverso il matrimonio. Nella se- gona. Questi, forte di tale connubio,
conda ipotesi, il gioco delle parti com- diventava, nel 1530, il I marchese di
portava che il fasto della famiglia della Avola (maritali nomine) con mero e
donna, e soprattutto la sua ricchis- mixto imperio, e Presidente del Regno
sima dote, trovassero riscontro nel po- con funzioni viceregie.
tere e nel peso sociale del lignaggio del A testimonianza delle radicate
marito. È questo il caso delle spose de- strategie familiari, il fratello Pietro, de-
gli Aragona, oculatamente scelte in un stinato come cadetto alla carriera ec-
‘mercato’ nazionale e sovranazionale. clesiastica, con la protezione di Carlo
Spesso matriarche attive, vere e pro- V – aiutato dalla nostra famiglia a pro-
prie manager, seppero giocare il pro- teggere dai turchi la Sicilia: ‘frontiera
prio ruolo travalicando le funzioni tra- d’Europa’– partecipava come arcive-
dizionalmente femminili, mettendo in scovo di Palermo al Concilio di Trento.
campo forme anche alternative di L’ascesa verso sempre più presti-
potere e conducendo così gli Aragona giosi matrimoni è solo iniziata: con-
di Avola a livelli sempre più elevati. sentirà agli eredi di rivestire un ruolo
La carrellata inizia con la ma- di primo piano in quel mare di incon-
dre/tutrice di quel Carlo, VIII barone tri internazionali e bellici scontri che
di Avola, Chiara dei Siracusa di al tempo era il Mediterraneo. Carlo
Noto, che in seconde nozze si sa- Aragona Tagliavia, il Magnus Siculus,
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVIII - Dicembre 2021
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)