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                   I movimenti di sinistra appoggiarono la scelta della Repubblica nel
                referendum che si tenne il 30 e 31 marzo 1979, e il Tudeh – nonostante
                alcune perplessità – votò a favore anche del referendum per l’approva-
                zione della nuova Costituzione (del 2 e il 3 dicembre 1979), nonostante
                la sua connotazione religiosa. Il 4 novembre del 1979 si verificò l’irru-
                zione di alcuni studenti nell'ambasciata americana di Teheran (65 cit-
                tadini americani furono presi come ostaggi e sarebbero stati trattenuti
                fino al 20 gennaio nel 1981) e, mobilitati dalla propaganda antiimpe-
                rialista ed antiamericana, i movimenti di sinistra sostennero l’azione.
                La componente khomeinista prendeva però sempre più potere in Iran,
                soprattutto  dopo  le  dimissioni  del  governo  del  moderato  e  liberale
                Mehdi Bazargan  e nel periodo successivo all’attacco contro l’Iran da
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                parte  di  Saddam  Hussein  del  settembre  1980.  Del  resto  Khomeyni
                aveva ben chiarito il suo intento di allontanare dai posti chiave coloro
                che  confondevano  l'islam  con  il  marxismo,  considerato  espressione
                della cultura occidentale, e di imporre una visione della rivoluzione
                basata sui principi della religione islamica .
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                   Nel  gennaio  1980  era  stato  eletto  Presidente  della  Repubblica  il
                laico Abolhassan Bani Sadr, a seguito della decisione di Khomeyni di
                imporre agli esponenti del clero sciita di non presentarsi alla competi-
                zione elettorale, ma l'anno successivo fu rimosso. I Mujaheddin, a suo
                sostegno, nel giugno del 1981, diedero vita a proteste violente che pro-
                vocarono una dura reazione da parte della polizia. Bani Sadr abban-
                donò l’Iran con Massoud Rajavi, capo Mujaheddin, mentre Khomeyni
                decideva di sciogliere i partiti avversari e di arrestare tutti gli opposi-
                tori del governo islamico. Con l’obiettivo di avvantaggiarsi di questa
                situazione, che vedeva molti gruppi di sinistra (e rivali del Tudeh) ban-
                diti, il vertice del partito comunista ritenne di collaborare con l’esta-
                blishment clericale, ma l’intento fallì e nel febbraio 1983 la leadership
                dell’organizzazione fu arrestata e costretta a confessare di essere parte
                di una cospirazione ordita dall'Unione Sovietica .
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                   Tali avvenimenti ebbero ripercussioni nel nostro Paese, dove i gio-
                vani iraniani, inizialmente favorevoli alla rivoluzione, si trovarono pro-
                gressivamente a riconsiderare le proprie posizioni. Nel 1979 il rappre-
                sentante del Cudi – Khosrovi – accompagnò a Teheran una delegazione
                di Cgil, Cisl e Uil per incontri con personalità del nuovo governo e con
                le organizzazioni sindacali. Ma proprio il viaggio suscitò le sue per-



                   80  R. K. Ramazani, Revolutionary Iran: Challenge and Response in the Middle East,
                Johns Hopkins UniversityPress, Baltimora, 1987, pp. 24-37.
                   81  B. Moin, Khomeini, cit., pp. 197-202.
                   82  R. Redaelli, L’Iran contemporaneo, Carocci, Roma, 2011, pp. 49-52.




                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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