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Studenti e rifugiati: i giovani iraniani nell’Italia del secondo dopoguerra 123

plessità: rilasciò al ritorno un’intervista a «L’Unità» in cui metteva in
guardia dai pericoli di una visione monolitica della società come quella
prospettata da Khomeyni. A proposito della connotazione religiosa
sciita della Costituzione, Khosrovi ricordava che entro le frontiere ira-
niane vivevano curdi, turchi azerbaigiani, turkmeni, beluci, arabi, ar-
meni, ebrei, che ciascun popolo aveva la propria lingua, i propri co-
stumi e la propria cultura; gli arabi del Kuzistan, parte dei turchi e dei
turkmeni non erano sciiti, ma sunniti; e si chiedeva: «Perché dovreb-
bero ‘riconoscersi’ in Khomeyni, capo della chiesa sciita?». Se c'era una
società che esigeva il pluralismo era proprio quella persiana; e conclu-
deva: «Non vi può essere libertà, né giustizia, in Iran, se non si ricono-
scono i diritti delle minoranze» 83 .
Con il proprio Paese sotto attacco da parte dell’esercito di Sad-
dam Hussein (che aveva iniziato l’invasione dell’Iran nel settembre
del 1980), per i giovani persiani che vivevano in Italia non era facile
criticare il governo che organizzava la resistenza. Molti si adopera-
rono nella raccolta di medicinali e fondi a favore del popolo aggre-
dito, convinti che l’Irak fosse «un Paese a ‘regime fascista’ la cui
struttura politica era imperniata su un unico partito che impediva
il sorgere delle democrazia» e influenzato dall’imperialismo ameri-
cano . Evidenti erano le difficoltà in cui questi giovani si dibatte-
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vano: la Questura di Perugia citava il caso di un iraniano che aveva
tentato il suicidio «per aver appreso della morte del fratello in
guerra, per difficoltà a iscriversi all’Università di Perugia e perché
rimasto senza denaro» . I principali istituti di credito avevano in-
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fatti avuto dal Ministero del Commercio Estero disposizioni affinché
applicassero restrizioni valutarie negli interscambi tra Italia e Iran,
e ciò creava difficoltà nella ricezione delle rimesse dei parenti. Il
prefetto di Perugia pregava così il Ministero degli Interni di «esami-
nare opportunità interessare Ministero Commercio estero e Affari
esteri perché tenesse presente la situazione» .
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83 Questa scelta può diventare suicida», «L’Unità», 11 novembre 1979. Cfr. anche A.
Duranti, Esilio, memoria e libertà. Storia della diaspora iraniana, Stampa Alternativa,
Viterbo, 2017, pp. 309-327.
84 Prefettura Cagliari, 14.11.1980, prefetto Parodi, Acs, Mi, Dg Ps, Affari Generali,
Categoria G. Associazioni 1944-1986, busta 384. fasc. G10/37/5 Studenti iraniani at-
tività fasc. 1, sottofasc. 5: studenti iraniani.
85 Questura di Perugia, 29 ottobre 1980, Acs, Mi, Dg Ps, Affari Generali, Categoria
G. Associazioni 1944-1986, busta 384. Fasc. G10/37/5 Studenti iraniani attività fasc.
2, sottofasc. 19: U.S.I.P. Unione studenti iraniani di Perugia.
86 Telegramma al Ministero Interni, 26.5.80, dal prefetto Chialant, Acs, Mi, Dg Ps,
Affari Generali, Categoria G. Associazioni 1944-1986, busta 384. fasc. G10/37/5 Stu-
denti iraniani attività fascicolo 2, sottofasc. 19: U.S.I.P. Unione studenti iraniani di Pe-
rugia.

Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)