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L’emigrazione egiziana in Italia negli anni Settanta del Novecento   135


                    di  politica  estera  in  ambito  regionale .  L’Egitto  negli  anni  Settanta
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                    firmò accordi bilaterali con Libia, Iraq e Qatar per l’invio di manodo-
                    pera in cambio di migliori condizioni per le forniture energetiche, indi-
                    spensabili per sostenere la crescita economica. L’Egitto, dagli anni Set-
                    tanta, divenne così un paese di emigrazione, caratterizzato però da
                    una  tempistica  nei  flussi  differente  rispetto  a  quella  di  altre  aree
                    dell’Africa settentrionale. In Marocco, Algeria e Tunisia, infatti, dove
                    l’emigrazione di massa era iniziata prima, già nel corso degli anni Set-
                    tanta si progettarono programmi governativi per l’emigrazione di ri-
                    torno, mentre in Egitto questo fenomeno si presentò solo a partire dal
                    decennio successivo.
                       L’importanza del fenomeno migratorio, e la consapevolezza di que-
                    sto da parte della classe dirigente egiziana, è testimoniata dalla nascita
                    del Ministero per l’emigrazione nel 1981 e dalla promulgazione della
                    legge per l’emigrazione del 1983 . Il Ministero assunse competenze
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                    importanti, soprattutto rispetto alla formazione, alla pianificazione e
                    alle relazioni con i paesi interessati alla manodopera egiziana, mentre
                    la legge riorganizzò tutto il settore della politica migratoria, facilitando
                    l’espatrio e varando un vasto programma di sostegno economico, fi-
                    scale, istituzionale agli emigranti e alle loro famiglie. Dopo l’entrata in
                    vigore della legge, però, il deflagrare della guerra tra Iran e Iraq deter-
                    minò la chiusura delle frontiere e un flusso di rimpatri dalla regione
                    mediorientale: si calcola che furono circa un milione i ritorni in Egitto
                    negli anni compresi tra il 1983 e il 1988. Nel periodo successivo con-
                    tinuò  l’ondata  dei  rientri,  ulteriormente  aggravata  dalla  guerra  del
                    Golfo del 1991, che comportò l’abbandono di Iraq e Kuwait da parte di
                    molti lavoratori. Soltanto a partire dal 1992-1993 si è registrata una
                    inversione  di  tendenza  e  la  ripresa  massiccia  delle  partenze  per
                    l’estero. Nel corso degli anni Novanta e del primo decennio del Duemila
                    si è verificata una tendenza alla stabilizzazione dei flussi migratori di
                    natura permanente non solo verso l’America del Nord, ma anche verso
                    l’Europa. Se infatti quella verso il vecchio continente era stata inizial-
                    mente una migrazione per lo più temporanea, con la prospettiva di un
                    rapido ritorno a casa, nel periodo a cavallo tra i due millenni assunse
                    caratteri di stabilità, mentre continuò a connotarsi come temporanea
                    quella verso i paesi del Golfo.
                       Alla metà degli anni Novanta la politica migratoria egiziana si trovò
                    di fronte al nuovo fenomeno della massiccia immigrazione straniera
                    nel  paese.  Non  che  in  precedenza  tale  fenomeno  fosse  sconosciuto,


                       14  M. Baldwin Edwards, Migration in the Middle Eastern and Mediterranean, Global
                    Commission on International Migration, Iom, Geneve, 2005.
                       15  A. Zohry, Contemporary Egyptian cit.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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