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                giacché molti erano stati i greci, i maltesi e gli italiani che si erano
                trasferiti nel paese nel corso del Novecento, e a partire dagli anni Cin-
                quanta importante fu il flusso di lavoratori provenienti dai paesi arabi;
                si trattava però di presenze legate soprattutto alle grandi imprese o al
                piccolo commercio, e comunque di un fenomeno dai numeri limitati.
                Dalla metà degli anni Novanta prese avvio invece una consistente im-
                migrazione proveniente dai paesi dell’Africa subsahariana, dovuta –
                come  nel  caso  del  Sudan  –  all’instabilità  politica  e  alle  sanguinose
                guerre civili in atto, oppure al peggioramento delle condizioni econo-
                miche di aree del continente. L’Egitto divenne particolarmente attrat-
                tivo per questi flussi, sia perché zona comparativamente sviluppata e
                industrializzata, sia perché rappresentava un possibile luogo di tran-
                sito verso l’Europa.
                   Questi cambiamenti portarono a una riorganizzazione a livello sta-
                tale, con la nascita nel 1996 del Ministero per il lavoro e l’emigrazione,
                che  accorpava  due  differenti  ministeri,  mentre  nel  1997  si  costituì
                l’Alta  commissione  per  la  migrazione.  Contemporaneamente,  visti  i
                flussi  sempre  più  cospicui  tra  le  due  sponde  del  Mediterraneo,  nel
                corso degli anni Novanta crebbe l’influenza europea sulle scelte della
                politica migratoria dei paesi del nord Africa : in particolare il processo
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                di Barcellona, avviato nel 1995, inaugurò una stagione di cooperazione
                finalizzata a una maggiore integrazione economica, sociale e politica
                dei paesi mediterranei. I tre pilastri di tale processo riguardavano an-
                che la politica migratoria e prevedevano: un dialogo periodico sul tema
                della politica e della sicurezza; la cooperazione economica, commer-
                ciale e finanziaria, intesa come premessa per realizzare un’area di li-
                bero scambio; la cooperazione culturale e sociale in materia di istru-
                zione, formazione, lavoro e diritti . L’Unione europea ha progressiva-
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                mente organizzato il controllo delle frontiere e il monitoraggio dei flussi
                migratori  all’interno  di  questi  accordi,  che  furono  sottoscritti  dal-
                l’Egitto nel 2004.
                   Negli ultimi quindici anni la politica migratoria egiziana si è strut-
                turata essenzialmente attraverso due linee di intervento: quella per i
                rifugiati all’interno del paese, costantemente in crescita, e quella per
                gli emigrati all’estero. Rispetto ai rifugiati, l’Egitto ha ratificato le prin-
                cipali convenzioni internazionali, avviando una cooperazione con l’Ac-
                nur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e interve-



                   16  R. Pepicelli, 2010: un nuovo ordine Mediterraneo?, Mesogea, Messina, 2004.
                   17  A. M. Ferragina, E. Ferragina, Europa e Mediterraneo: le potenzialità di integrazione
                e le strategie di rilancio della politica euromediterranea, in E. Ferragina, P. Malanina (a
                cura di), Rapporto sulle economie del Mediterraneo. Edizione 2014, Bologna, Il Mulino,
                2014, pp. 63-92.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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