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Prefazione 15
la loro lotta per la rivendicazione di una propria patria. La politica ha
infatti connotato tale diaspora in maniera indelebile: l’identità dei pa-
lestinesi è rimasta inscindibile dalla loro causa nazionale, il loro grido
d’aiuto ha intercettato le passioni politiche di schiere di giovani e le
azioni violente di alcuni di loro hanno talvolta alimentato le paure del
terrorismo.
La presa sull’opinione pubblica italiana della “questione palesti-
nese” emerge anche dal raffronto con la realtà degli studenti iraniani,
che soprattutto a partire dagli anni Sessanta arrivarono nel nostro
Paese. L’Italia aveva sempre avuto buoni rapporti con la Persia, sia
quando era guidata da Mohammad Reza Pahlavi, sia durante il go-
verno Mohammad Mossadeq, e strette erano le relazioni tra il Pci e il
partito comunista iraniano Tudeh, entrambi nell’orbita sovietica. Ciò
nonostante, il nostro Paese non fu l’approdo principale per i giovani
che intendevano studiare in Occidente, perché mete preferite furono
gli Stati Uniti, la Germania e la Francia. In Italia si costituirono co-
munque, intorno all’Università per Stranieri di Perugia, ma anche in
altre città, comunità (non particolarmente numerose) di studenti per-
siani, legate alle associazioni studentesche internazionali e ostili al re-
gime dello scià, e in relazione con i movimenti giovanili italiani. Soste-
nitori della Rivoluzione nel ’79, che rovesciò un sistema politico da loro
giudicato oppressivo, questi giovani, per lo più marxisti e sensibili alle
teorie religiose e terzomondiste di Ali Shariati, divennero presto bersa-
glio della nuova repressione che il regime di Khomeini impose in patria
e all’estero, e ciò per lo più nell’indifferenza delle forze democratiche
italiane, che molto si erano mobilitate per i diritti di altri popoli.
Scandaglia il caso dell’Egitto, su cui già squarci erano stati aperti
nel saggio di Zanini, Michele Colucci, tra i più importanti studiosi ita-
liani di flussi migratori verso l’Italia, che mette in evidenza come il
Paese arabo, che fino agli anni Sessanta aveva vissuto un prevalente
fenomeno d’immigrazione, abbia prodotto poi importanti flussi verso
altre nazioni, come conseguenza della crisi petrolifera del 1973 e
dell’abolizione nel 1974 del visto in uscita da parte delle autorità go-
vernative. Se negli anni Cinquanta e negli anni Sessanta abbandona-
vano l’Egitto membri delle élite sociali e professionali, dal decennio
successivo l’emigrazione riguardò tecnici e lavoratori non qualificati,
oltre che studenti, e anche l’Italia iniziò ad essere luogo di destina-
zione, assieme agli stati del Golfo, agli Stati Uniti e a Francia e Gran
Bretagna. All’interno di questo quadro generale, il contributo appro-
fondisce le varie tipologie di flussi migratori giunti nel nostro Paese e
provenienti da quell’area geografica, mettendo in luce le componenti
professionali, le zone territoriali di approdo, le relazioni con il Paese di
origine.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)