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Alonso De Ponte, agente e procuratore spagnolo a Roma alla fine del sec. XVI 387
storica dell’arte Francesca Curti hanno invece analizzato la figura di
Juan de Córdoba, agente spagnolo al servizio del pittore Diego Veláz-
quez, che soggiornò a Roma dal 1649 al 1651 . Utilizzando come fonte
8
proprio il suo testamento e il suo inventario di beni, l’autrice ha potuto
mettere bene in luce i suoi rapporti con alcuni esponenti di spicco
della corte romana e con diversi membri della comunità spagnola re-
sidente a Roma.
Il presente saggio si propone l’obiettivo di studiare più da vicino la
figura di Alonso de Ponte, agente e procuratore spagnolo che visse e
operò a Roma nella seconda metà del Cinquecento. A tal fine dispo-
niamo ora del testamento e dell’inventario dei beni di De Ponte ritro-
vato nel corso delle mie ricerche nell’Archivio Storico Capitolino. Que-
sti materiali sono apparsi di grande interesse proprio in ragione del
ruolo di procuratore di De Ponte a Roma e rappresentano il nucleo
principale di questa ricerca. Con la grande quantità di informazioni
che contengono, ci consentono di tracciare uno spaccato della sua at-
tività a Roma e di aggiungere alcuni tasselli della sua rete di rapporti
con alcune personalità di spicco sia del contesto romano che di quello
spagnolo . Ad arricchire ulteriormente questo quadro, contribuisce
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anche la presenza in archivio del testamento della moglie Mariana Ló-
pez de Castro, che visse a Roma insieme al marito e dove morì nel
dicembre 1594. La recente riapertura dell’Archivio dell’Opera Pia –
Stabilimenti Spagnoli in Italia ha dato la possibilità di arricchire il
quadro con alcuni ulteriori elementi.
Nella prima parte di questo lavoro ci si è soffermati sulla presenza
dei notai spagnoli a Roma alla fine del Cinquecento, e su alcune ca-
ratteristiche peculiari della documentazione notarile presa in esame.
Nella seconda parte l’attenzione si è concentrata sull’analisi del testa-
mento di Alonso de Ponte, mentre la terza parte è dedicata più nello
specifico all’analisi dell’inventario dei beni. Chiudono il saggio alcune
riflessioni conclusive, fatte sulla base dei dati emersi nel corso del la-
voro. Nella lettura di questi documenti, ci siamo soffermati su alcuni
aspetti di particolare interesse, e abbiamo cercato di mettere in luce
García Hernán, La iglesia de Santiago de los Españoles en Roma. Trayectoria de una
institución, «Anthologica annua», n. 42 (1995), pp. 297-363 J. Fernández Alonso, Las
iglesias nacionales de España en Roma. Sus origenes, «Anthologica Annua», n. 4 (1956),
pp. 9-96; Idem, Santiago de los Españoles y la Archicofradía de la Santísima Resurrec-
ción de Roma hasta 1754, «Anthologica Annua», n. 8 (1960), pp. 279-329; M. Vaquero
Piñeiro, La renta y las casas. El patrimonio inmobiliario de Santiago de los Españoles
entre los siglos XV y XVII, «L'Erma» di Bretschneider, Roma, 1999.
8 F. Curti, La collezione d’arte di Juan de Córdoba, agente spagnolo a Roma al servizio
di Diego Velázquez, in A. Anselmi (a cura di), I rapporti tra Roma e Madrid nei secoli XVI
e XVII: arte diplomazia e politica, Gangemi Editore, Roma, 2014, pp. 326-392.
9 Sia il testamento che l’inventario di beni si trovano in Asc, Archivio Urbano, Sez. I,
vol. 455.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)