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388 Antonio Vertunni
alcuni dei numerosi personaggi, sia romani che spagnoli, coinvolti
nelle sue transazioni finanziarie. L’attenzione si è centrata anche su
alcune scelte operate da Alonso de Ponte, che riflettono sia la sua ap-
partenenza alla comunità spagnola a Roma, sia una volontà di radica-
mento nella città che lo aveva accolto come straniero. L’obiettivo è
quello di inserire questa figura, fino ad ora pressoché sconosciuta, nel
contesto urbano e sociale della Roma di fine Cinquecento, crocevia di
scambi culturali e luogo privilegiato in cui molti stranieri trovarono un
terreno fertile per la costruzione della propria carriera.
2. Le fonti notarili a Roma
Riportando alcuni dati di Jean Lesellier, Andreas Rehberg afferma
che tra il 1507 e il 1519 su un campione di 1.268 notai che opera-
vano a Roma, ben 160 erano spagnoli . Se volgiamo lo sguardo al
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periodo successivo, in particolare agli anni che seguono la grande
cesura rappresentata dal Sacco della città , questa presenza mas-
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siccia di notai spagnoli a Roma è ben evidente scorrendo l’inventario
dell’Archivio Generale Urbano. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che,
negli anni successivi al Sacco, si assiste a un consistente aumento
della popolazione romana, e a una presenza sempre crescente di stra-
nieri all’interno del suo tessuto urbano. In questo contesto sociale
multiforme la comunità spagnola, che era una delle più numerose,
giocava un ruolo di primo piano nelle dinamiche politiche, sociali e
devozionali della città. Le tracce più evidenti di questa presenza si
trovano nei numerosi volumi di protocolli notarili. Non è il caso di
soffermarsi sulle caratteristiche specifiche di queste fonti. Occorre
però sottolineare come esse siano di grande interesse, ma anche
complesse da analizzare, proprio per la ricchezza delle informazioni
che vi si possono trovare, e per le numerose figure scarsamente note
che sono spesso menzionate nei documenti.
Una parte consistente dei documenti notarili raccolti nei volumi
dell’Archivio Urbano, che attualmente si presenta suddiviso in 67 se-
zioni, è rappresentata dai testamenti. Documenti che ben esemplifi-
cano, secondo gli studi di Michel Vovelle, e più recentemente di Fran-
cesco Gaudioso e altri per quanto riguarda l’Italia meridionale, le atti-
tudini nei confronti della morte . Come vedremo, sia i testamenti che
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10 A. Rehberg, Le comunità “nazionali” e le loro chiese cit., p. 211.
11 M. Vaquero Piñeiro, Los españoles en Roma y el saco de 1527, in C.J. Hernando
Sánchez, (a cura di), Roma y España un crisol de la cultura europea en la Edad Moderna,
Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior, Madrid, 2007, pp. 249-266.
12 M. Vovelle, Les attitudes devant la mort: problèmes de methode, approches et lec-
tures différentes, «Annales E.S.C.», IX, (1976), pp. 120-132; Idem, La mort et l’Occident.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)