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                alcuni  dei  numerosi  personaggi,  sia  romani  che  spagnoli,  coinvolti
                nelle sue transazioni finanziarie. L’attenzione si è centrata anche su
                alcune scelte operate da Alonso de Ponte, che riflettono sia la sua ap-
                partenenza alla comunità spagnola a Roma, sia una volontà di radica-
                mento  nella  città  che  lo  aveva  accolto  come  straniero.  L’obiettivo  è
                quello di inserire questa figura, fino ad ora pressoché sconosciuta, nel
                contesto urbano e sociale della Roma di fine Cinquecento, crocevia di
                scambi culturali e luogo privilegiato in cui molti stranieri trovarono un
                terreno fertile per la costruzione della propria carriera.


                2. Le fonti notarili a Roma

                   Riportando alcuni dati di Jean Lesellier, Andreas Rehberg afferma
                che tra il 1507 e il 1519 su un campione di 1.268 notai che opera-
                vano a Roma, ben 160 erano spagnoli . Se volgiamo lo sguardo al
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                periodo successivo, in particolare agli anni che seguono la grande
                cesura rappresentata dal Sacco della città , questa presenza mas-
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                siccia di notai spagnoli a Roma è ben evidente scorrendo l’inventario
                dell’Archivio Generale Urbano. Ciò è dovuto soprattutto al fatto che,
                negli anni successivi al Sacco, si assiste a un consistente aumento
                della popolazione romana, e a una presenza sempre crescente di stra-
                nieri all’interno del suo tessuto urbano. In questo contesto sociale
                multiforme la comunità spagnola, che era una delle più numerose,
                giocava un ruolo di primo piano nelle dinamiche politiche, sociali e
                devozionali della città. Le tracce più evidenti di questa presenza si
                trovano nei numerosi volumi di protocolli notarili. Non è il caso di
                soffermarsi sulle caratteristiche specifiche di queste fonti. Occorre
                però  sottolineare  come  esse  siano  di  grande  interesse,  ma  anche
                complesse da analizzare, proprio per la ricchezza delle informazioni
                che vi si possono trovare, e per le numerose figure scarsamente note
                che sono spesso menzionate nei documenti.
                   Una  parte  consistente  dei  documenti  notarili  raccolti  nei  volumi
                dell’Archivio Urbano, che attualmente si presenta suddiviso in 67 se-
                zioni, è rappresentata dai testamenti. Documenti che ben esemplifi-
                cano, secondo gli studi di Michel Vovelle, e più recentemente di Fran-
                cesco Gaudioso e altri per quanto riguarda l’Italia meridionale, le atti-
                tudini nei confronti della morte . Come vedremo, sia i testamenti che
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                   10  A. Rehberg, Le comunità “nazionali” e le loro chiese cit., p. 211.
                   11  M. Vaquero Piñeiro, Los españoles en Roma y el saco de 1527, in C.J. Hernando
                Sánchez, (a cura di), Roma y España un crisol de la cultura europea en la Edad Moderna,
                Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior, Madrid, 2007, pp. 249-266.
                   12  M. Vovelle, Les attitudes devant la mort: problèmes de methode, approches et lec-
                tures différentes, «Annales E.S.C.», IX, (1976), pp. 120-132; Idem, La mort et l’Occident.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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