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382 Rossella Cancila
di angeli e un poco di muschio e ambra: «benché questa sia cautela
solamente per li ricchi» .
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Gli accidenti dell’animo: l’allegrezza modesta et virtuosa
L’impostazione di Ingrassia è propria del medico che è interessato
alle conseguenze che le passioni possono provocare sul piano della
salute. Si tratta di alterazioni riconducibili essenzialmente a quattro
moti fondamentali: allegria, tristezza, ira e timore. Il benessere tra
mente e corpo sulla scorta delle teorie mediche tradizionali era il risul-
tato dell’equilibrio tra i quattro umori, cui corrispondevano i diversi
temperamenti individuali (collerico, sanguigno, melanconico, flemma-
tico). Riallacciandosi alla letteratura sull’argomento , esortava ad al-
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lontanare la tristezza, il timore e l’eccessiva «immaginazione», incorag-
giando ognuno a «stare allegro», circondandosi di bellezza e indos-
sando abiti colorati, concedendosi qualche «honesta ricreation
d’animo» («si può et dee»), ma agendo in ogni cosa con temperanza.
Un’«allegrezza modesta e virtuosa», come lo stesso la definisce, consi-
derata ancora sulla scia dei precetti galenici essenziale per la salute.
Allontanare la paura del contagio e il pensiero della morte (il potere
dell’immaginazione, insomma) era d’altra parte – come Paracelso aveva
sostenuto – un antidoto potente alla malattia, perché i pensieri nega-
tivi «estinguono gli spiriti vitali et anco gli animali», ma anche gli spiriti
naturali e così «disseccano il cervello prima, et poi debilitano tutte le
membra» . Un collegamento intrinseco, dunque, tra mente e corpo
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alla ricerca di un equilibrio vitale, che consentisse di controllare le
82 G.F. Ingrassia, Informatione cit., parte III, cap. VI, p. 435 [18].
83 Cfr. A. Arcangeli, Gioia e tristezza nella tradizione galenica (circa 1275-1525), in C.
Casagrande, S. Vecchio (a cura di), Piacere e dolore. Materiali per una storia delle pas-
sioni nel Medioevo, SISMEL-Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2009, pp. 171-185, che tiene
presente la letteratura medica sull’argomento di età medievale. In una proiezione cro-
nologicamente più avanzata, L’anatomia della malinconia di Robert Burton (1621-1651)
offre sicuramente interessanti spunti di riflessione in una prospettiva che è ancora le-
gata ai principi della medicina ippocratica-galenica, ma al tempo stesso ne rappresenta
il superamento sulla base di un’esperienza che assume forme molteplici (R. Burton,
L’anatomia della malinconia, a cura di Luca Manini e Amneris Roselli, Bompiani, Milano,
2020). Una recente lettura del pensiero di Burton è offerta da A. Musi, Nel labirinto del
corpo e della mente: Burton e la malinconia, «Nuova Rivista Storica», LV (2021), pp. 755-
786. Dello stesso autore, cfr. Id., Storia della solitudine. Da Aristotele ai social network,
Neri Pozza, Vicenza, 2021.
84 G.F. Ingrassia, Informatione cit., parte III, cap. VIII, p. 440 [22] Secondo la dottrina
galenica, gli spiriti sono alla base del funzionamento dell’organismo: lo spirito naturale
ha sede nel fegato e attraverso le vene provvede alla nutrizione del corpo; lo spirito vitale
si forma nel cuore ed è alla base della respirazione per il tramite delle arterie; lo spirito
animale risiede nel cervello e attraverso i nervi raggiunge gli organi sensoriali, mettendo
in funzione l’immaginazione, il pensiero, la memoria.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)