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                Giacomo degli Spagnoli e la confraternita della Resurrezione). Non è
                raro trovare notai che, all’interno di queste istituzioni, ricoprivano al-
                cuni incarichi importanti, come quella di segretario o di confessore,
                partecipando quindi attivamente alla loro vita.
                   Il testamento è datato 18 novembre 1594 ed è stipulato «en las
                casas y habitaciones»  del signor Alonso de Ponte che, a quanto si
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                apprende, si trovano nella parrocchia di San Lorenzo in Lucina, an-
                che questa situata nel rione Campo Marzio . Eleonora Canepari ha
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                analizzato i diversi modi in cui gli stranieri avevano la possibilità di
                entrare in contatto tra di loro. Uno di questi è rappresentato dalla
                vicinanza abitativa, che si configura come un elemento di aggrega-
                zione  che  permette  a  persone  di  diversa  origine,  o  che  svolgevano
                mestieri differenti, di formare delle reti sociali . Gli studi di Manuel
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                Vaquero Piñeiro hanno dimostrato che si trattava di un rione e di
                una parrocchia in cui, proprio alla fine del Cinquecento, si registrava
                la maggiore presenza degli spagnoli . Questo era probabilmente do-
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                vuto al fatto che la comunità spagnola in quegli anni assume un pro-
                filo marcatamente “aristocratico”, che andava quindi a sovrapporsi
                alla  componente  sociale  legata  più  strettamente  al  mondo  del  la-
                voro . Il fatto che il notaio faccia riferimento non ad una, ma a di-
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                verse case, fa pensare che Alonso de Ponte fosse proprietario a Roma
                di diversi immobili, probabilmente tutti concentrati all’interno dello
                stesso rione, dove si svolgeva anche la sua attività di procuratore. A
                quella data Alonso de Ponte si trovava «enfermo en la cama […] mas
                en su bueno, sano y entero juizio, memoria y entendimiento» . La
                                                                              20
                medesima formula compare nel testamento della moglie Mariana, sti-
                pulato dallo stesso notaio circa un mese dopo la morte del marito.
                Come ha notato Maria Antonietta Visceglia, studiando i testamenti
                della nobiltà napoletana, nel ceto sociale aristocratico è pressoché
                assente qualsiasi accenno alle malattie o più in generale alla realtà




                   15  Asc, Archivio Urbano, Sez. I vol. 544, c. 35r.
                   16  La sua morte è annotata in Asvr, Parrocchie, San Lorenzo in Lucina, Morti, I (1588-
                1610), c. 77r.
                   17  E. Canepari, Occasioni di conoscenza: mobilità, socialità e appartenenze nella Roma
                moderna, in A. Arru – D.L. Caglioti – F. Ramella (a cura di), Donne e uomini migranti.
                Storie e geografie tra breve e lunga distanza, Donzelli, Roma, 2008, pp. 301-322; Eadem,
                Immigrati, spazi urbani e reti sociali nell’Italia di antico regime, in P. Corti – M. Sanfilippo
                (a cura di), Storia d’Italia. Migrazioni, Einaudi, Torino, 2009, pp. 55-74.
                   18  M. Vaquero Piñeiro, Cenni storici sulla componente spagnola della popolazione ro-
                mana alla fine del ‘500 secondo i registri parrocchiali, in E. Sonnino (a cura di), Popola-
                zione e società a Roma dal medioevo all’età contemporanea, Il Calamo, Roma, 1998, pp.
                141-149.
                   19  Ivi, p. 147.
                   20  Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 544, c. 26r.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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