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                possiamo dire della sua formazione, avvenuta con ogni probabilità in
                Spagna, anche se le evidenze documentali ci permettono di fare alcune
                ipotesi a riguardo. Negli stessi registri della confraternita, a differenza
                di alcuni altri membri della stessa, Alonso de Ponte non viene men-
                zionato come “licenciado” né tantomeno come “doctor”, per cui pos-
                siamo supporre che non avesse raggiunto elevati livelli di istruzione,
                ma che a Roma si fosse fatto apprezzare proprio per le sue abilità di
                mediatore.
                   I testamenti iniziano generalmente con la raccomandazione della
                propria anima a Cristo, alla Vergine, e ai santi a cui il testatore era
                particolarmente  devoto.  Nei  testamenti  spagnoli  ad  esempio  si  fa
                spesso riferimento a San Giacomo, patrono di Spagna, a cui era anche
                dedicata la chiesa nazionale a Roma. Alonso de Ponte invece racco-
                manda la propria anima «al bienabenturado santo Eliphonso su abo-
                gado» . Si tratta di San Ildefonso, che nel mondo iberico era oggetto
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                di grande devozione. È interessante notare che dopo la sua morte, av-
                venuta nell’anno 667, il corpo del santo fu trasferito nella cattedrale
                di Zamora. Per De Ponte, originario proprio della città di Zamora, si
                trattava certamente di un punto di riferimento devozionale, stretta-
                mente legato alla sua storia personale. Nel suo testamento, Alonso de
                Ponte raccomanda la propria anima anche ai santi Pietro e Paolo, le
                cui sepolture si trovano a Roma, e che sin dal Medioevo erano meta di
                pellegrinaggio, soprattutto in occasione degli anni santi. Vi era inoltre
                anche una cappella dedicata ai santi Pietro e Paolo nella chiesa di San
                Giacomo degli Spagnoli . In queste scelte possiamo scorgere da un
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                lato una volontà di radicamento nella città di Roma, che si esprime
                anche attraverso la devozione verso i suoi santi patroni, e dall’altro la
                devozione verso un santo spagnolo fortemente legato sia alla città di
                Zamora che alla chiesa nazionale spagnola a Roma.
                   Segue infatti la volontà del testatore in merito al luogo di sepoltura
                e a tutto quello che ha a che vedere con la cerimonia funebre. Stabili-
                sce che «su cuerpo sea sepultado en la yglesia del señor Santiago de
                los Spañoles desta ciudad de Roma en la capilla del señor santo Eli-
                phonso», e che per accompagnare il suo corpo «se llamen los conventos
                que parescieren a mis testamentarios y los niños huerfanos y los clé-
                rigos del señor Santiago» . Alla data del 21 dicembre 1594 è stipulato
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                anche il testamento della moglie Mariana López de Castro. Anche lei
                esprime la volontà di essere seppellita nella chiesa di San Giacomo
                degli  Spagnoli  «junto  con  su  marido  y  en  cuanto  al  acompañar  su


                   26  Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 455, c. 26r.
                   27  M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma,
                1891, p. 381.
                   28  Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 455, c. 26v.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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