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Alonso De Ponte, agente e procuratore spagnolo a Roma alla fine del sec. XVI 401
complesse, anche per via delle diverse istituzioni che vi erano coin-
volte, e che rivendicavano il loro carattere “globale” .
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Numerosi sono gli oggetti e i manufatti di materiali preziosi, tra cui
«un anillo de oro con una esmeralda, esculpida en ellas las armas de
dicho Alonso de Ponte». Preziosi sono anche gli oggetti devozionali, tra
i quali troviamo «una cruz de oro con siete esmeraldas y tres perlas
finas […] otra cruz pequeña con un crucifijo de oro pequeño de la una
parte y de la otra una ymagen de n.ra s.ra de oro pequeña y tres perlas
a las puntas de la cruz en los braços y al pie» . La presenza di nume-
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rosi oggetti di oro e di altre pietre preziose fa pensare a una figura che
godeva indubbiamente di una discreta agiatezza economica, dovuta
probabilmente ai proventi della sua attività di procuratore a Roma.
Si trova poi «una piedra bezar ligada en cercos de oro» . Un oggetto
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senza dubbio curioso, ma che si poteva trovare con una certa fre-
quenza nelle case romane di alcuni stranieri. Questa pietra, che si for-
mava nell’apparato digerente di alcuni animali, nella medicina orien-
tale era ritenuta efficace contro il veleno. Questo singolare oggetto, in-
sieme ad altri innumerevoli oggetti di provenienza orientale, è attestato
anche nell’inventario del portoghese Antonio de Fonseca, di cui già
abbiamo fatto cenno nelle pagine precedenti, che morì a Roma nel
1588. Questi, nella sua casa romana, ne possedeva addirittura ven-
tuno, assieme ad altri numerosi oggetti di provenienza orientale . La
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presenza del bezoar nell’inventario testimonia un gusto, probabil-
mente in voga tra la società aristocratica della Roma di fine Cinque-
cento. Un gusto per gli oggetti esotici, ritenuti ancora più preziosi an-
che per via dei loro innumerevoli poteri curativi.
Tra gli oggetti si trova «un saco de tela blanca con un cordon y en-
seña del Confalon» così come una «stampa de los statutos del Con-
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falon de Roma» . Si tratta delle insegne e degli statuti della confrater-
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nita del Gonfalone, fondata a Roma attorno al XIII secolo e ricono-
sciuta formalmente da papa Clemente IV nel 1267 . Questa antica
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istituzione, studiata in profondità da Anna Esposito, giocava un ruolo
67 A. Buono, «Tratándole como paysano y él a ellos». Pertenencia local, redes supralo-
cales y transmisión de bienes entre el Nuevo y el Viejo Mundo (siglo XVII), «Tiempos Mo-
dernos», n. 39 (2019/2), pp. 131-155 e Eredi rituali e conflitti giurisdizionali nella Monar-
chia spagnola di Antico Regime, «Quaderni storici», n. 3 (2019), pp. 713-739.
68 Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 455, c. 66v.
69 Ibidem.
70 Ivi, p. 199.
71 Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 455, c. 69r.
72 Ivi, c. 75v.
73 A. Esposito, Le “confraternite” del Gonfalone (secoli XIV-XVI), in L. Fiorani (a cura
di), Le confraternite romane: esperienza religiosa, società, committenza artistica. Collo-
quio della Fondazione Caetani, Roma, 14-15 maggio 1982, (Ricerche per la storia reli-
giosa di Roma), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1984, pp. 91-104.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)