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396 Antonio Vertunni
en la Compañia de la S.ma Resureçion de d.ha Iglesia y naçion de la qual
Compañia el ha sido muchas veçes ofiçial y dos veçes Prior y gasta para bien
endereçarla y en la procesion que se haçe en el dia de Resureçion por la
mañana grande catidad de dinero 45 .
È un brano di grande interesse per diverse ragioni, su cui è neces-
sario concentrare l’attenzione. Emerge innanzitutto come Juan En-
ríquez de Herrera frequentasse abitualmente la chiesa nazionale di
San Giacomo degli Spagnoli e fosse membro attivo della confraternita
della Resurrezione, in cui aveva ricoperto alcuni incarichi di rilievo, e
alla quale appartenevano anche i suoi figli. A questa istituzione l’Her-
rera non fece mai mancare il suo sostegno economico, soprattutto in
occasione della processione che si svolgeva a piazza Navona la mattina
della domenica di Pasqua. Proprio alla chiesa nazionale spagnola è
legato anche il suo mecenatismo artistico, che sempre lo accompagnò
durante tutto il corso della sua vita. Nel 1602 fondò, all’interno della
chiesa, la cappella Herrera, e nel 1606 commissionò ad Annibale Car-
racci la pala d’altare che doveva decorare la cappella . Questa era
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dedicata a San Diego de Alcalá, santo spagnolo canonizzato nel 1588,
e a cui l’Herrera si era rivolto per chiedere la guarigione del figlio, chia-
mato anch’egli Diego, che era affetto da una grave malattia .
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Occorre ricordare che nel 1591 la confraternita della Resurrezione fu
elevata da papa Gregorio XIV alla categoria di arciconfraternita. Questo
le dava la possibilità di aggregare «qualesquier otras cofradias, de los Rey-
nos y Señorios de la Magestad Catolica […] y de comunicarles las Indul-
gencias Priuilegios y Gratias que a la dicha Archicofradia son concedi-
das» . Furono molte le confraternite che, negli anni immediatamente
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successivi, chiesero e ottennero l’aggregazione, dietro il pagamento di una
somma di dieci scudi d’oro . Elisa Novi Chavarria ha evidenziato il for-
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marsi di una vera e propria “rete” di confraternite aggregate all’arcicon-
fraternita della Resurrezione tra la fine del Cinquecento e i primi anni del
Seicento, che avevano sede nei diversi domini della Corona e che condi-
videvano lo stesso patrimonio simbolico .
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45 Ivi, p. 356.
46 M.C. Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni cit., p. 197.
47 T. Dandelet, “Celestiali eroi” e lo “splendor d’Iberia”. La canonizzazione dei santi
spagnoli a Roma in età moderna, in G. Fiume (a cura di), Il santo patrono e la città. San
Benedetto il Moro: culti, devozioni, strategie di età moderna, Marsilio, Venezia, 2000, pp.
183-198; M. Gotor, Le canonizzazioni dei santi spagnoli nella Roma barocca, in C.J. Her-
nando Sánchez, (a cura di), Roma y España cit., pp. 621-640.
48 Estatutos de la Archicofradia de la SS. Resurrecion cit., pp. 48-49. Sulla pratica
dell’aggregazione si veda A. Serra, La mosaïque de dévotions. Confréries, cultes et société
à Rome (XVI-XVIII siécle), Presses Universitaires de Louvain, Louvain, 2016, pp. 61ss.
49 E. Novi Chavarria, Accogliere e curare cit., p. 54.
50 Ibidem.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)