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                en la Compañia de la S.ma Resureçion de d.ha Iglesia y naçion de la qual
                Compañia el ha sido muchas veçes ofiçial y dos veçes Prior y gasta para bien
                endereçarla  y  en  la  procesion  que  se  haçe  en  el  dia  de  Resureçion  por  la
                mañana grande catidad de dinero 45 .

                   È un brano di grande interesse per diverse ragioni, su cui è neces-
                sario  concentrare  l’attenzione.  Emerge  innanzitutto  come  Juan  En-
                ríquez  de  Herrera  frequentasse  abitualmente  la  chiesa  nazionale  di
                San Giacomo degli Spagnoli e fosse membro attivo della confraternita
                della Resurrezione, in cui aveva ricoperto alcuni incarichi di rilievo, e
                alla quale appartenevano anche i suoi figli. A questa istituzione l’Her-
                rera non fece mai mancare il suo sostegno economico, soprattutto in
                occasione della processione che si svolgeva a piazza Navona la mattina
                della domenica di Pasqua. Proprio alla chiesa nazionale spagnola è
                legato anche il suo mecenatismo artistico, che sempre lo accompagnò
                durante tutto il corso della sua vita. Nel 1602 fondò, all’interno della
                chiesa, la cappella Herrera, e nel 1606 commissionò ad Annibale Car-
                racci la pala d’altare che doveva decorare la cappella . Questa era
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                dedicata a San Diego de Alcalá, santo spagnolo canonizzato nel 1588,
                e a cui l’Herrera si era rivolto per chiedere la guarigione del figlio, chia-
                mato anch’egli Diego, che era affetto da una grave malattia .
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                   Occorre ricordare che nel 1591 la confraternita della Resurrezione fu
                elevata da papa Gregorio XIV alla categoria di arciconfraternita. Questo
                le dava la possibilità di aggregare «qualesquier otras cofradias, de los Rey-
                nos y Señorios de la Magestad Catolica […] y de comunicarles las Indul-
                gencias Priuilegios y Gratias que a la dicha Archicofradia son concedi-
                das» .  Furono  molte  le  confraternite  che,  negli  anni  immediatamente
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                successivi, chiesero e ottennero l’aggregazione, dietro il pagamento di una
                somma di dieci scudi d’oro . Elisa Novi Chavarria ha evidenziato il for-
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                marsi di una vera e propria “rete” di confraternite aggregate all’arcicon-
                fraternita della Resurrezione tra la fine del Cinquecento e i primi anni del
                Seicento, che avevano sede nei diversi domini della Corona e che condi-
                videvano lo stesso patrimonio simbolico .
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                   45  Ivi, p. 356.
                   46  M.C. Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni cit., p. 197.
                   47  T. Dandelet, “Celestiali eroi” e lo “splendor d’Iberia”. La canonizzazione dei santi
                spagnoli a Roma in età moderna, in G. Fiume (a cura di), Il santo patrono e la città. San
                Benedetto il Moro: culti, devozioni, strategie di età moderna, Marsilio, Venezia, 2000, pp.
                183-198; M. Gotor, Le canonizzazioni dei santi spagnoli nella Roma barocca, in C.J. Her-
                nando Sánchez, (a cura di), Roma y España cit., pp. 621-640.
                   48 Estatutos de la Archicofradia de la SS. Resurrecion cit., pp. 48-49. Sulla pratica
                dell’aggregazione si veda A. Serra, La mosaïque de dévotions. Confréries, cultes et société
                à Rome (XVI-XVIII siécle), Presses Universitaires de Louvain, Louvain, 2016, pp. 61ss.
                   49  E. Novi Chavarria, Accogliere e curare cit., p. 54.
                   50  Ibidem.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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