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                negli ambienti della confraternita, e eventualmente tra spagnoli resi-
                denti a Roma originari della città di Granada, di cui pure si trovano
                tracce  tra  i  protocolli  notarili.  I  documenti  ci  parlano  di  Alonso  de
                Ponte come di uno spagnolo residente a Roma e membro attivo della
                confraternita della Resurrezione, importante istituzione «propria de la
                nacion española» , e attorno alla quale si muoveva buona parte degli
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                spagnoli residenti a Roma in quegli anni. È probabile che questa vici-
                nanza agli ambienti della chiesa nazionale e della confraternita deri-
                vasse proprio dalla sua attività di procuratore.
                   Tornando alla lettura del testamento, Alonso de Ponte dichiara che
                sia «el licenciado Andrés Catalan», presbitero della città di Toro, a suc-
                cedere in tutti i suoi «negocios y expediciones» e vuole che questi se ne
                venga a vivere nella sua casa di Roma insieme alla moglie e al cognato
                Rodrigo López de Castro. Allo stesso tempo stabilisce che Andrés Ca-
                talán «tome a su cargo los papeles y libros de negocios y expeditiones
                y lites que estan a mi cargo». Dichiara poi come legittime eredi di tutti
                i suoi beni le figlie Isabel Agatha, di due anni di età, e Inés Juana, di
                sei mesi circa, e che la moglie ne sia usufruttuaria insieme alle due
                figlie. In attesa che queste ultime abbiano un’età adeguata per poter
                amministrare i loro beni, nomina come tutori il fratello Pedro de Ponte
                e la moglie Mariana.
                   Una parte importante, che spesso si trova nella parte conclusiva, è
                quella relativa agli esecutori testamentari, cioè coloro che erano inca-
                ricati dal testatore di «cumplir y guardar todo lo en este testamento
                contenido» . In questo caso vengono nominati diversi esecutori, sia a
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                Roma che in Spagna. In particolare, per gli aspetti relativi alla città di
                Roma, Alonso de Ponte nomina i già citati Alberto Martínez de Mata,
                Andrés Catalán e il cognato Rodrigo López de Castro, tutti e tre resi-
                denti a Roma. A proposito delle questioni relative alla Spagna nomina
                esecutori testamentari il fratello Pedro de Ponte e Francisco Casado,
                chierico della città di Toro. A queste persone dà facoltà di compiere le
                sue volontà, e di portare a termine tutti i suoi affari sia a Roma che in
                Spagna.
                   Il  testamento  di  Mariana  López  de  Castro,  a  cui  abbiamo  fatto
                cenno nelle pagine precedenti, nella sua impostazione generale ricalca
                quello del marito. Anche qui è presente una parte relativa ai lasciti
                soprattutto a favore delle figlie, e agli esecutori testamentari, che sono
                il già citato Pedro de Ponte per le questioni relative alla Spagna, mentre
                per le questioni romane Alberto Martínez de Mata e il medico Giuseppe
                de Luna, su cui però non abbiamo informazioni . Anche in questo
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                   55  Estatutos de la Archicofradia de la SS. Resurrecion cit., p. 10.
                   56  Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 455, c. 35r.
                   57  Ivi, c. 83r.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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