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398 Antonio Vertunni
negli ambienti della confraternita, e eventualmente tra spagnoli resi-
denti a Roma originari della città di Granada, di cui pure si trovano
tracce tra i protocolli notarili. I documenti ci parlano di Alonso de
Ponte come di uno spagnolo residente a Roma e membro attivo della
confraternita della Resurrezione, importante istituzione «propria de la
nacion española» , e attorno alla quale si muoveva buona parte degli
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spagnoli residenti a Roma in quegli anni. È probabile che questa vici-
nanza agli ambienti della chiesa nazionale e della confraternita deri-
vasse proprio dalla sua attività di procuratore.
Tornando alla lettura del testamento, Alonso de Ponte dichiara che
sia «el licenciado Andrés Catalan», presbitero della città di Toro, a suc-
cedere in tutti i suoi «negocios y expediciones» e vuole che questi se ne
venga a vivere nella sua casa di Roma insieme alla moglie e al cognato
Rodrigo López de Castro. Allo stesso tempo stabilisce che Andrés Ca-
talán «tome a su cargo los papeles y libros de negocios y expeditiones
y lites que estan a mi cargo». Dichiara poi come legittime eredi di tutti
i suoi beni le figlie Isabel Agatha, di due anni di età, e Inés Juana, di
sei mesi circa, e che la moglie ne sia usufruttuaria insieme alle due
figlie. In attesa che queste ultime abbiano un’età adeguata per poter
amministrare i loro beni, nomina come tutori il fratello Pedro de Ponte
e la moglie Mariana.
Una parte importante, che spesso si trova nella parte conclusiva, è
quella relativa agli esecutori testamentari, cioè coloro che erano inca-
ricati dal testatore di «cumplir y guardar todo lo en este testamento
contenido» . In questo caso vengono nominati diversi esecutori, sia a
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Roma che in Spagna. In particolare, per gli aspetti relativi alla città di
Roma, Alonso de Ponte nomina i già citati Alberto Martínez de Mata,
Andrés Catalán e il cognato Rodrigo López de Castro, tutti e tre resi-
denti a Roma. A proposito delle questioni relative alla Spagna nomina
esecutori testamentari il fratello Pedro de Ponte e Francisco Casado,
chierico della città di Toro. A queste persone dà facoltà di compiere le
sue volontà, e di portare a termine tutti i suoi affari sia a Roma che in
Spagna.
Il testamento di Mariana López de Castro, a cui abbiamo fatto
cenno nelle pagine precedenti, nella sua impostazione generale ricalca
quello del marito. Anche qui è presente una parte relativa ai lasciti
soprattutto a favore delle figlie, e agli esecutori testamentari, che sono
il già citato Pedro de Ponte per le questioni relative alla Spagna, mentre
per le questioni romane Alberto Martínez de Mata e il medico Giuseppe
de Luna, su cui però non abbiamo informazioni . Anche in questo
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55 Estatutos de la Archicofradia de la SS. Resurrecion cit., p. 10.
56 Asc, Archivio Urbano, Sez. I, vol. 455, c. 35r.
57 Ivi, c. 83r.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)