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«Non vi è esempio in diciotto secoli di simili mosse» 475
Prima ancora della deliberazione del Senato, Bonaparte aveva, nel
corso di una serata alle Tuileries, riferito informalmente al cardinal
legato Caprara che «tutte le autorità costituite mi fanno sentire quanto
sarebbe glorioso, che la mia consacrazione e incoronazione sia fatta
per le mani del S. P[ad]re, e quanto insieme ciò debba ridondare a bene
della Religione» . Da parte napoleonica c’è un chiaro intento politico:
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aggiungere un ulteriore tassello alla sua «légitimité composite» , carat-
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terizzando il suo dominio come una rinata «monarchie chrétienne» .
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Attraverso l’unzione papale, il novello imperatore intende rafforzare la
sua posizione agli occhi della popolazione (perché, come afferma Por-
talis, «tout ce qui tend à rendre sacré celui qui gouverne est un bien» )
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e ottenere la sanzione religiosa per la nuova dinastia, succeduta a
quella borbonica, che si vuole superare (i re erano consacrati dall’ar-
civescovo di Reims, il nuovo imperatore dal papa) e sostituire nel ruolo
di «fils aîné de l’Eglise» . Egli vuole incardinare la propria vicenda
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all’interno della storia plurisecolare della Francia e collegarsi ai grandi
sovrani della nazione: Clodoveo, Pipino (citato esplicitamente ) e, so-
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prattutto, Carlo Magno .
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Nella stessa conversazione in cui aveva espresso a Caprara il desi-
derio di essere incoronato dal papa, Bonaparte aveva aggiunto di non
aver ancora fatto formale richiesta al pontefice, per evitare di esser
posto di fronte a un rifiuto, e aveva incaricato il cardinale legato di
aprire trattative confidenziali con Roma . Caprara testimonia che
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«[Bonaparte] si espresse nel discorso con marcata serietà, quale con
5 Dispaccio di Giovanni Battista Caprara a Ercole Consalvi, 10 maggio 1804, Bav,
Codice Rossiano 1172 (d’ora in poi Ross. 1172), c. 10 r .
6 S. Rials, Révolution et Contre-Révolution au XIX e siècle, Diffusion Université Culture
Albatros, Paris, 1987, p. 142, citato da T. Lentz, Nouvelle histoire du Premier Empire, 4
voll., Fayard, Paris, 2002-2010, v. 1, p. 99. Sulla questione dei diversi tipi di legittimità
su cui si fonda il titolo imperiale di Napoleone, cfr. ivi, pp. 98-101.
7 Cfr. J.-O. Boudon, Napoléon et les cultes. Les religions en Europe à l'aube du XIX e
siècle (1800-1815), Fayard, Paris, 2002, pp. 125-143.
8 Ibidem, p. 126.
9 «Cette auguste cérémonie sanctifiera l’établissement de l’empire, et le consacrera
au respect de l’Europe et de la postérité. Sa Majesté impériale, en héritant de l’ancienne
monarchie le titre de fils aîné de l’Église, ne croit pouvoir mieux remplir cet auguste
rang, qu’en recevant l’onction du Père commun des fidèles», nota di Joseph Fesch a
Ercole Consalvi, Roma, 1° agosto 1804, A. Theiner, Histoire des deux Concordats de la
République française et de la République cisalpine, 2 voll., Bar-le-Duc – Guérin, Paris,
1869, v. 2, p. 138.
10 Cfr. dispaccio di Giovanni Battista Caprara a Ercole Consalvi, 10 maggio 1804,
Bav, Ross. 1172, c. 10 v .
11 Sul ruolo simbolico giocato da Carlo Magno nella costruzione imperiale napoleo-
nica, cfr. H. Gaubert, Le sacre de Napoléon I er cit., pp. 19-37; T. Lentz, Nouvelle histoire
du Premier Empire cit., pp. 62-69.
12 Cfr. dispaccio di Giovanni Battista Caprara a Ercole Consalvi, 10 maggio 1804,
Bav, Ross. 1172, cc. 10 r-v .
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)