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478 Davy Marguerettaz
impegno a proteggere le leggi organiche annesse unilateralmente al
concordato del 1801 e l’approvazione (non la semplice tolleranza
civile) non solo della pratica esteriore, ma della dottrina stessa delle
confessioni differenti da quella cattolica. Stando così le cose, per un
cattolico tale giuramento è illecito e il pontefice non può consacrare
colui che lo pronuncerà . Le massime romane si scontrano con il
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gallicanesimo politico (le leggi organiche) e con il principio di libertà
religiosa, tipico della modernità, e questo dissidio ideologico com-
porta una battuta d’arresto nelle trattative, che sembravano già
prossime alla conclusione.
Viene rimesso in moto il meccanismo curiale e il Sacro Collegio è
interrogato di nuovo sull’intera questione dello spostamento del papa
a Parigi. Ricevuti i voti dei vari cardinali, il 6 giugno Consalvi invia un
dispaccio al cardinal legato , dove sono elencate, in ben 16 punti ,
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tutte le criticità rilevate dai porporati interpellati a proposito dell’inco-
ronazione in sé e del fatto di doverla compiere a Parigi. Della lunga
lista di obiezioni solo tre sono condivise dalla grande maggioranza dei
cardinali: le parti incriminate del giuramento (leggi del concordato e
libertà dei culti) e l’ostilità delle altre Corti. Nel primo caso sono in
gioco i principi, nel secondo la neutralità della S. Sede nei confronti
delle varie potenze: a livello di Sacro Collegio si confermano i punti
de la loi, de maintenir l’institution de la légion d’honneur, de gouverner dans la seule
vue de l’intérêt, du bonheur et de la gloire du peuple français», I. Rinieri, Napoleone e
Pio VII cit., p. 36 n. 1.
26 Cfr. dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 5-9 giugno
1804, ivi, pp. 565-569.
27 Dispaccio di Ercole Consalvi a Giovanni Battista Caprara, Roma, 6 giugno 1804,
ivi, pp. 37-43.
28 In ordine, riguardo all’incoronazione in sé si obietta che 1) l’incoronazione ricono-
sce un diritto, che invece è dalla parte dei Borboni (5 voti), 2) Napoleone ha emanato
leggi contrarie alla disciplina della Chiesa (5 voti) e 3) ritiene le Legazioni e Avignone (5
voti); che 4) il giuramento prevede la difesa delle «leggi del concordato», cioè le leggi
organiche (tutti i voti), e della libertà dei culti (15 voti); si teme inoltre 5) il risentimento
delle altre Corti (5 voti). Sul fatto di doversi compiere la funzione a Parigi, si è osservato
che 6) aggraverebbe il risentimento delle Corti (quasi tutti i voti), 7) non sarebbe degno
della dignità pontificia recarsi a Parigi solo per il Sacre (6 voti), 8) gli affari ecclesiastici
stagnerebbero (6 voti), 9) il papa assisterebbe di persona all’applicazione di leggi con-
trarie alla disciplina ecclesiastica e darebbe l’impressione di approvarle (6 voti), 10) do-
vrebbe entrare in contatto con i vescovi concordatari ex-costituzionali che hanno smen-
tito la loro ritrattazione e respingono i giudizi della S. Sede (4 voti) e 11) «con alcuni
soggetti, con i quali, attese le passate circostanze, il trattamento con Sua Santità riu-
scirebbe molto imbarazzante», cioè Talleyrand e sua moglie, Mme Grand (2 voti). Infine,
si ritiene che 12) sarebbe indecoroso per il papa andare a Parigi e non ottenere soddi-
sfazione sugli affari ecclesiastici pendenti con la Francia (6 voti) e che 13) Pio VII po-
trebbe essere costretto a respingere richieste avanzate da Napoleone, indisponendolo (3
voti), e si teme che 14) non si facciano al papa gli onori dovuti al Capo della Chiesa (2
voti), che 15) altri monarchi vorranno essere in futuro consacrati (2 voti) e che 16) il
lungo viaggio possa mettere in pericolo la salute di Pio VII (4 voti).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)