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476 Davy Marguerettaz
me non tiene. Dal che ne inferisco, che assolutamente un rifiuto per
parte di N. S. sarebbe per esso più sensibile, e del massimo disgu-
sto» . Il futuro imperatore annette grande importanza alla buona riu-
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scita dell’operazione, e nei mesi successivi avrà cura di proibire (o
quantomeno scoraggiare) agli inviati francesi in Italia qualsiasi prov-
vedimento in grado di guastare i rapporti con Roma . Si chiede che
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sia il papa a recarsi a Parigi e non, come da tradizione, l’imperatore a
recarsi a Roma, perché nelle condizioni attuali, con la guerra in corso
e il nuovo regime politico da consolidare, il capo dello Stato non può
allontanarsi dalla capitale.
Inizia così la prima fase delle trattative fra la S. Sede e il governo
francese. Mentre da Parigi Caprara sostiene caldamente una risposta
affermativa rapida e senza condizioni (le quali sarebbero interpretate
come pretesti ), a Roma la notizia è accolta con freddezza e imbarazzo.
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Sia un rifiuto che un’accettazione possono avere gravi conseguenze:
nel primo caso si offenderebbe moltissimo Napoleone, nel secondo si
provocherebbe la gelosia delle altre Corti, in generale maldisposte
verso il capo di Stato francese .
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Pervenuta la comunicazione ufficiale dell’elevazione di Napoleone
alla carica imperiale , Pio VII consulta il Sacro Collegio sulla richiesta
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di dirigersi a Parigi per consacrare il nuovo sovrano . La difficoltà
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13 Dispaccio di Giovanni Battista Caprara a Ercole Consalvi, 10 maggio 1804,
ivi, c. 10 v .
14 «Il est ridicule que l’administrateur général de Parme dérange toute l’administra-
tion de ce pays. Faites-lui connaître que mon intention n’est pas qu’il se rétracte, mais
qu’il emploie tous les adoucissements. Il est maladroit de chercher à nous susciter dans
ce moment des tracasseries avec la cour de Rome. Ces objets d’ailleurs sont assez im-
portants pour qu’il ne fasse rien sans mon ordre», lettera di Napoleone a Charles-
Maurice de Talleyrand, Parigi, 1° luglio 1804, N. Bonaparte, Correspondance générale,
15 voll., Fayard, Paris, 2002-2018, v. 4, p. 752. L’amministratore cui si riferisce Napo-
leone è Médéric Moreau de Saint-Méry (1750-1819), amministratore di Parma per conto
della Francia, il quale portava avanti nel ducato «une politique de réformes ambitieuses,
notamment en faveur des Juifs», ibidem, n. 4.
15 Cfr. dispaccio di Giovanni Battista Caprara a Ercole Consalvi, 10 maggio 1804,
Bav, Ross. 1172, cc. 10 r-v .
16 «Si vide» scrive incisivamente Consalvi nelle sue memorie «cosa poteva aspettarsi
dal ferire un tal’uomo nel più vivo con una negativa e si vide l’impressione che, nella
disposizione in cui erano gli animi di tutta l’Europa a di lui riguardo, doveva fare nei
privati e nelle Corti l’affermativa», E. Consalvi, Memorie del cardinale Ercole Consalvi, a
cura di M. Nasalli Rocca di Corneliano, Angelo Signorelli, Roma, 1950, p. 230. Il corsivo
è nell’originale.
17 Cfr. nota di Ercole Consalvi a Joseph Fesch, Roma, 31 maggio 1804, I. Rinieri,
Napoleone e Pio VII (1804-1813), Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1906, p. 29. Si
tratta della risposta alla nota inviata il 29 maggio da Fesch, in cui si annunciava la
nomina a imperatore del Primo console Bonaparte da parte del Senato.
18 A. Theiner, Histoire des deux Concordats cit., v. 2, p. 70 afferma che, per questioni
di tempo, sarebbero stati interrogati solo alcuni cardinali più eminenti, fra cui Di Pietro
e Antonelli, mentre I. Rinieri, Napoleone e Pio VII cit., p. 30 scrive che furono consultati
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)