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470 Luca Andreoni, Giulio Ongaro
regionale; il puntello dei legami familiari come telaio di fondo dei net-
work mercantili, che tuttavia non comprendevano solo e sempre fa-
miliari; infine la capacità di adattamento ai contesti economici spe-
cifici, in particolare in tema di credito, con il progressivo abbandono
del business delle lettere di cambio (tipico dei grandi banchieri della
generazione precedente, con base tra Amsterdam e Francoforte sul
Meno) e l’utilizzazione del capitale finanziario per l’acquisto delle par-
tite di grano.
Questo schema sembra trovare conferma anche nel caso italiano,
seppure con alcune peculiarità. La componente militare è emersa dalle
fonti, per esempio per il caso ferrarese o veneziano , seppure con mi-
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nore centralità rispetto alle esperienze dell’Europa centrale e orientale.
Più in generale, anche nel territorio pontificio e più latamente concer-
nente la penisola italiana, questa mobilità di informazioni e merci era
garantita, come nel caso europeo, da legami familiari e dalla capacità
di anticipare il capitale necessario all’acquisto dei carichi di cereali e
a tutte le pratiche connesse: affitto di imbarcazioni, trasbordo, assicu-
razioni, imposte. Si trattava di partite garantite dalle amministrazioni
pubbliche e spesso effettuate su esplicita commissione delle stesse
istituzioni annonarie cittadine (è così per Ferrara, Bologna, Ancona).
Questo elemento costituiva una garanzia per i mercanti, tanto in ter-
mini di solvibilità, quanto di possibilità di spostare le derrate da re-
gione a regione, oltre che sul piano internazionale. Non va dimenticato
infatti che il commercio dei cereali sottostava a importanti limitazioni
e restrizioni per quanto riguarda la movimentazione di carichi anche
all’interno dello stesso Stato , restrizioni che venivano però a cadere
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quando erano le stesse istituzioni pubbliche a richiederne il tra-
sporto . Nell’analisi delle motivazioni sottostanti il coinvolgimento dei
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mercanti ebrei nel commercio granario, non va poi taciuta l’impor-
tanza della geografia dello stanziamento dei mercanti. I casi a cui si è
fatto riferimento nelle pagine precedenti sono in questo senso esem-
plari: i Coen, i Morpurgo, i Vita Levi, così come gli altri mercanti a cui
si è accennato, abitavano in centri mercantili vivaci, inseriti all’interno
o nelle vicinanze di un territorio contrassegnato da ampia produzione
59 W. Angelini, Gli ebrei di Ferrara cit., p. 309.
60 G. Ongaro, Free ports in a controlled market cit.; L. Dal Pane, Il commercio dei grani
nello Stato Pontificio nei secoli XVII e XVIII, «Annali della Facoltà di Economia e Commer-
cio dell’Università di Bari», 1939, pp. 61-150.
61 L’intervento delle istituzioni pubbliche non esclude però l’insorgere di problemi
nel transito delle derrate da una provincia all’altra. Per fare un esempio, tra il 1763-
1764 le partite di frumento acquistate nella Marca da Moisè Vita Coen e dirette a Bolo-
gna vennero bloccate a Pontelagoscuro dal Legato di Ferrara, stante la criticità delle
scorte di cereali anche in quella provincia (Asbo, Assunteria di Abbondanza, Instru-
menti, b. 3, cc. non numerate).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)