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«Non vi è esempio in diciotto secoli di simili mosse» 479
salienti del pontificato Chiaramonti . Tutte le altre obiezioni interes-
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sano meno di un terzo dei porporati.
Il cardinale Fesch, in qualità di ambasciatore francese, era stato
escluso dal novero dei porporati interpellati e quindi non aveva avuto
accesso alle carte, ma era riuscito in ogni caso a ottenere il riassunto
dei vari voti, potendo così informare in anticipo il proprio governo .
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Nel commentare la presenza di «cinq votes […] absolument négatifs et
invincibles», Fesch stigmatizza le «têtes imbues de tous les principes
ultramontains» dei loro estensori: il cardinale ambasciatore si carat-
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terizza ecclesiologicamente come un convinto gallicano.
Nel suo mémoire il «cardinal-oncle» riporta anche l’esito di una riu-
nione avuta con Consalvi riguardo al giuramento. Dopo aver letto al
papa il testo del serment,
le secrétaire d’État, témoin de la désolation de Sa Sainteté à cette lecture, me
demanda un rendez-vous; il me dit qu’elle avait sur-le-champ envoyé la copie
du serment aux vingt cardinaux, en demandant leurs avis sous le même se-
cret; que cinq d’entre eux, parmi lesquels il se comptait, avaient été d’avis que
ce serment n’empêchait pas la résolution prise d’aller en France; mais que les
quinze autres en avaient noté deux articles comme irréligieux, mal sonnants
aux oreilles pieuses, rendant suspecte la piété du monarque qui le prêterait,
et qu’il était inconvenant que Sa Sainteté le sacrât et le couronnât empereur 32 .
Emerge una frattura significativa fra il papa e il suo segretario di
Stato, così come fra questi e la maggioranza del Sacro Collegio, che
addirittura definisce «irreligiosi» i termini del giuramento. Consalvi si
dimostra estremamente moderato e aperto alla conciliazione, anche
senza l’appoggio di Pio VII. Fesch passa poi a difendere il testo del
giuramento proposto: le «lois du concordat» comprendono solo i 17 ar-
ticoli della convenzione del 1801, mentre con «liberté des cultes» s’in-
tende la sola tolleranza civile, senza comprendere l’approvazione delle
dottrine .
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Lo stato di febbrile agitazione in cui è posta la Curia a causa delle
novità parigine è dimostrato dal rapido susseguirsi di dispacci che
dalla segreteria di Stato sono inviati a Caprara fra il 6 e il 10 giugno .
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29 Cfr. R. Regoli, Ercole Consalvi cit., passim.
30 Cfr. dispaccio di Joseph Fesch a Napoleone, Roma, 10 giugno 1804, A. Theiner,
Histoire des deux Concordats cit., v. 2, pp. 89-91, e Mémoire di Fesch sulle obiezioni al
viaggio di Pio VII a Parigi, ivi, pp. 91-107.
31 Mémoire di Joseph Fesch sulle obiezioni al viaggio di Pio VII a Parigi, ivi, p. 92.
32 Mémoire di Joseph Fesch sulle obiezioni al viaggio di Pio VII a Parigi, ivi, p. 99. Il
corsivo è mio.
33 Cfr. Mémoire di Joseph Fesch sulle obiezioni al viaggio di Pio VII a Parigi, ivi, pp.
101-102.
34 Cfr. J.O.B. de Cléron d’Haussonville, L’Église romaine et le Premier Empire (1800-
1814), 5 voll., Lévy, Paris, 1868-1869, v. 1, pp. 511-524.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)