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                successivo, il cardinale ambasciatore preciserà meglio quali pretese
                egli temeva fossero celate dietro le parole «i suoi [del papa] sentimenti
                su tali oggetti»:

                   Comment le soussigné pouvait il [sic] donc s’attendre à voir insérer la pro-
                testation que Sa Sainteté etoit satisfaite de la reponse [sic] du soussigné sur
                l’article de quelques Évêques Constitutionnels, toutefois d’apres [sic] les sen-
                timens [sic] qu’elle avoit manifestés. Quels etoient [sic] donc ces sentimens
                [sic]? Étoient ils [sic] ceux qui avoient été tant de fois enoncés [sic]? Assure-
                ment (sic) ils ne favorisaient pas les libertés de l’Eglise Gallicane, ni les droits
                de la Couronne de France 100 .

                   Emerge quindi una netta presa di posizione in senso gallicano e
                regalista di Fesch, che nel prosieguo del documento torna a riferirsi al
                «droit de sa Cour» 101 , al «droit canonique de France» e ai «principes et
                […] droits de cette Couronne», da difendere contro «toute pretention
                [sic] nouvelle» 102 . Il radicalismo del cardinale ambasciatore, che mette
                momentaneamente  in  crisi  i  negoziati,  sembra  difficile  da  collegare
                unicamente alla volontà di restare il più possibile aderente alle istru-
                zioni ricevute, ispirate dalla posizione gallicana moderata dell’ex-re-
                frattario  Bernier,  e  contrasta  vistosamente  con  l’attitudine  che  lo
                stesso Fesch prenderà al Concilio nazionale di Parigi del 1811 103 . Le
                scarse informazioni disponibili, però, non permettono di andare oltre
                queste constatazioni.
                   È poi data dal cardinale francese anche un’altra motivazione, più
                prosaica, del suo rifiuto: la nota del 22 agosto sarebbe stata in con-
                traddizione con quanto stabilito nelle riunioni orali 104 . Come già anti-
                cipato, questa accusa riempie di sdegno Consalvi, che risponde con
                una nota di dimensioni non comuni  105 , nella quale in maniera minu-
                ziosa e a tratti ridondante ricostruisce il corso delle trattative a partire
                dal 17 agosto, sostenendo che tutto quanto era stato fatto e scritto era
                stato prima deciso di comune accordo. Non interessa in questa sede
                determinare chi fra i due disputanti avesse ragione, poiché irrilevante
                per l’esito finale delle trattative. Si vuole invece riportare l’incipit della
                risposta consalviana del 28 agosto:



                   100  Nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 25 agosto 1804, ivi, cc. 92 v -93 r .
                Il corsivo è mio.
                   101  Nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 25 agosto 1804, ivi, c. 94 r .
                   102  Nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 25 agosto 1804, ivi, c. 95 v .
                   103  Cfr. A.A. Caiani, To Kidnap a Pope. Napoleon and Pius VII, Yale University Press,
                New Haven-London, 2021, pp. 192-232.
                   104  Cfr. nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 25 agosto 1804, Bav, Ross.
                1172, cc. 97 v -98 r .
                   105  Nota di Ercole Consalvi a Joseph Fesch, Roma, 28 agosto 1804, ivi, cc. 163 r -180 v .



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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