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490 Davy Marguerettaz
S. Padre nel seno della Francia l’esito de’ suoi voti sopra un sì interes-
sante oggetto, lo costringe a ricercare su di ciò una risposta che tranquil-
lizzi pienamente la sua coscienza su di un tal punto 90 .
Alla base dei problemi ci sono ancora differenze ecclesiologiche: il
papa non può approvare che dei vescovi che sostengono le dottrine
antiromane della Costituzione civile del clero rimangano alla testa
delle loro diocesi, e tanto meno potrebbe tollerarlo essendo di persona
in Francia. Il governo ha abbandonato il radicalismo dell’Assemblea
costituente del 1790, tanto da avere come consigliere privilegiato l’ex-
refrattario Bernier, ma non intende certo rinunciare alle massime (o
meglio alle pratiche) del gallicanesimo politico, così funzionali al con-
trollo della Chiesa francese. Per una eventuale rimozione dei vescovi
recalcitranti è quindi necessario intendersi prima con l’imperatore.
La replica di Fesch del giorno successivo lascia trasparire una
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certa irritazione per la lentezza delle trattative . La risposta del cardi-
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nale ambasciatore è caratterizzata da ampie citazioni delle sue istru-
zioni, per dimostrarne l’aderenza alle necessità romane. Fesch giusti-
fica questo procedere con la direttiva ricevuta di attenersi strettamente
a quanto contenuto nella nota del 18 luglio e «che anche in linea di
dichiarare, Ella [Fesch] non poteva dichiarare nulla da sé, ma solo di-
mostrare, che la Nota del Sig. de Talleyrand diceva in tale, e tal
modo» . Questa rigidità estrema provoca uno stallo, che sfocia in una
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brevissima, ma intensa crisi fra i due negoziatori. Infatti, come già
detto, se le spiegazioni relative al giuramento sulla libertà dei culti e
alla possibilità per i vescovi di colpire con le pene previste gli apostati
sono ritenute sufficienti, non vale la stessa cosa per i vescovi ex-costi-
tuzionali, nel qual caso il testo di Talleyrand era stato ritenuto insod-
disfacente.
Degli incontri avvenuti nei giorni successivi si può conoscere con una
certa precisione l’andamento grazie a una disputa fra Consalvi e Fesch,
che dalle questioni diplomatiche deborda sul piano personale. Antici-
pando gli eventi, il 22 agosto il cardinale ambasciatore rimanderà indie-
tro la risposta di Consalvi alla nota del 17 agosto, con la motivazione
che sarebbe stato contraddetto quanto stabilito oralmente nelle riu-
90 Nota di Ercole Consalvi a Joseph Fesch, Roma, 16 agosto 1804, citata nella nota
di Ercole Consalvi a Joseph Fesch, Roma, 28 agosto 1804, Bav, Ross. 1172, cc. 166 r -
167 r . La nota in questione non è la stessa che si è citata in precedenza, come risulterà
più chiaro nel prosieguo della trattazione.
91 Nota di Joseph Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 17 agosto 1804, ivi, cc. 46 r -51 r .
92 «Le Cardinal Fesch n’a rien plus à cœur que de correspondre au vœu de Sa Sain-
teté mais il croiot [sic] que pour parvenir à ce but, il est inutile de rentrer en discussion
sur des objets qui, ce semble, ne peuvent plus être mis en question», nota di Joseph
Fesch a Ercole Consalvi, Roma, 17 agosto 1804, ivi, c. 47 r .
93 Nota di Ercole Consalvi a Joseph Fesch, Roma, 28 agosto 1804, ivi, c. 168 r .
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)