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                più in generale l’intero presidio imperiale distaccato a L’Aquila e nel
                suo contado, si trovarono coinvolti in una contrapposizione divenuta
                ormai insanabile tra la città e i borghi rurali sotto la sua giurisdi-
                zione.  Una  contrapposizione  dalle  radici  profonde,  indubbiamente
                esasperata  dalla  presenza  delle  truppe  imperiali,  ma  soprattutto
                dalla decisione delle autorità cittadine di scaricare in toto il peso del
                loro mantenimento sugli abitanti delle campagne. In compenso, una
                volta  sedata  la  ribellione,  Rodrigo  trasse  vantaggio  dalla  distribu-
                zione delle terre del contado aquilano ai capitani spagnoli accordata
                dal viceré principe d’Orange e confermata dal successore Pedro di
                Toledo : gli toccarono le terre di Tempera e di Paganica (al prezzo di
                      14
                400 scudi) con titolo baronale, anche se assai problematici dovevano
                risultare i rapporti con i suoi vassalli abruzzesi, i quali lo citarono in
                giudizio  per  l’esosità  delle  sue  pretese  in  tema  di  regalie  e  tributi
                (1546) e, sembra, ottennero anche una reprimenda nei suoi confronti
                da parte del viceré .
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                Castellano e governatore di Como

                   Distintosi nelle operazioni militari in Piemonte che seguirono l’in-
                vasione francese degli Stati sabaudi nella primavera del ’36  16 , al co-
                mando di uno dei neo-costituiti tercios di fanti spagnoli, nel dicembre
                dello stesso anno fu nominato castellano e governatore di Como nello
                Stato di Milano. Mantenne l’incarico sino alla morte nel settembre
                1563 – fatta salva la temporanea rimozione contestuale all’inchiesta
                (‘sindacato’) ordinata a suo carico su richiesta del Consiglio cittadino
                di Como (settembre ’51 - maggio ’53)  – e fu pertanto uno dei più
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                ‘longevi’ tra i governatori di piazza iberici del Milanesado nominati
                nel periodo carolino: una circostanza sorprendente visti i frequenti




                   14  G. Sabatini, Proprietà e proprietari a L’Aquila e nel contado. Le rilevazioni catastali
                in età spagnola, Edizioni scientifiche italiane, Napoli, 1995, pp. 37-39.
                   15  E. Iovenitti, Paganica attraverso i secoli. Dalla Paganica Vestinorum alla fine della
                Paganica comunale, Tipografia Labor, Sulmona, 1973.
                   16  M. García Cerezeda, Tratado de las compañas y otros acontecimientos de los ejér-
                citos del Emperador Cárlos V en Italia, Francia, Austria, Berbería y Grecia, desde 1521
                hasta 1545, II, pubblicato per le cure della Sociedad de Bibliófilos Españoles, Imprenta,
                estereotipia y galvanoplastia de Aribau y c. a , Madrid, 1874, pp. 217-226, 249-250, 267-
                269, 347-353.
                   17  Asmi, Carteggio, cart. 155, il Gran Cancelliere Francesco Taverna a Ferrante Gon-
                zaga, 14 gennaio 1553; cart. 159, Ferrante Gonzaga a Francesco Taverna, 13 maggio
                1553;  Bne,  Mss.  7904/80,  Correspondencia del Cardenal Granvela,  il  governatore  di
                Como ad Antoine Perrenot de Granvelle, 7 novembre 1551.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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