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Un nobile di frontiera da Malaga al Lario 347
«fidare de tutti questi de la città perché como vostre signorie illustris-
sime debbono sapere gli ne sono molti ch’ano servito a Francesi con-
tra soa Cesarea Maestà et che anchora gli tengono parenti et amici.
Et con la libertà che segli è lasciata de l’arme si sono molti di loro
fatti più insolenti et la notte vano per la città in quadriglie et con le
arme a loro beneplacito» : sapeva, evidentemente, di chiamare in
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causa un fattore di costante preoccupazione per le autorità milanesi
che contavano su di lui perché la custodia della città fosse affidata a
soldati di provata fiducia , che gli avevano già raccomandato più
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volte di stare «vigillante et ben advertito per la custodia di questa
città, facendo come se li nemici gli fossero d’intorno» , e che teme-
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vano non a torto anche gli interessi coltivati in Francia dal ceto mer-
cantile e la vicinanza delle Tre Leghe e della Confederazione elvetica,
dove i francesi erano soliti reclutare una parte considerevole delle
loro truppe d’élite .
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L’eventualità che reparti ufficialmente destinati ad altri fronti
fossero lanciati contro lo Stato di Milano, in appoggio a una solle-
vazione interna dei filo-francesi di Como (magari coalizzati con il
vescovo), suggeriva un attento monitoraggio della frontiera con la
Confederazione elvetica e con le Tre Leghe, attraverso una capillare
rete di intelligence che faceva capo proprio al governatore di Como.
«Adhora più che per il passato» – scriveva l’Arce a Francesco Ta-
verna nel dicembre 1542, riprendendo un tema ricorrente della sua
corrispondenza con le istituzioni milanesi, ossia l’incremento degli
scarsi fondi a sua disposizione – «me conviene spender per interte-
nir alcune persone nel paese de Suiceri et Grisoni per intender suoi
andamenti» . Nel maggio-giugno 1554 gli agenti del governatore di
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Como disseminati lungo il confine, tra Gravedona, Musso e Bellagio,
e a loro volta in contatto con altri informatori nei baliaggi italiani
delle Tre leghe, inviarono al loro patrono rapporti quasi giornalieri
su un reggimento di 3.000 grigioni – destinati alla difesa della
38 Ivi, cart. 194, il governatore di Como ai governatori provvisori dello Stato di Milano,
4 marzo 1555. Si veda anche Asmi, Carteggio, cart. 40, il governatore di Como a Fran-
cesco Taverna, 12 ottobre 1542.
39 Ivi, cart. 10, il cardinale Marino Caracciolo al governatore di Como, 31 ottobre
1537.
40 Ivi, cart. 36, il governatore di Como a Francesco Taverna, 27 febbraio 1542.
41 Ivi, cart. 11, monsignor Marnoy, ambasciatore imperiale presso la Confederazione
elvetica, al cardinale Marino Caracciolo, 8 e 11 aprile 1537; cart. 229, il governatore di
Como al governatore generale dello Stato di Milano, Gonzalo Fernández de Córdoba,
duca di Sessa, 27 settembre 1558; Bne, Mss. 7904/80, Correspondencia del Cardenal
Granvela, il governatore di Como ad Antoine Perrenot de Granvelle, 7 novembre 1551.
42 Asmi, Carteggio, cart. 41, il governatore di Como a Francesco Taverna, 12 dicem-
bre 1542.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)