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Un nobile di frontiera da Malaga al Lario 345
dominante, o comunque la partecipazione nella distribuzione degli
oneri tributari.
Molto delicata era anche la posizione della cattedra vescovile, oc-
cupata durante le Guerre d’Italia da un filo-francese dichiarato, Ce-
sare Trivulzio (1527-1548) – e pertanto allontanato dalla diocesi –
prima, e da un fedele sostenitore dei Farnese, Bernardino Della
Croce (1548-1559), poi . Si aggiunga che le cessioni territoriali ave-
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vano suddiviso la giurisdizione della diocesi tra tre potentati: lo
Stato di Milano, la Confederazione elvetica e le Tre Leghe. Sin
dall’inizio della dominazione grigiona, infatti, la giurisdizione tem-
porale che, più o meno fondatamente, il vescovo di Como rivendi-
cava su terre e beni facenti ormai parte del territorio del piccolo
potentato alpino si era fatta più incerta. Una situazione indubbia-
mente esasperata dall’adesione dei Grigioni alla riforma prote-
stante, ma anche dalla dichiarata volontà delle Tre Leghe di eserci-
tare un controllo capillare sulla vita amministrativa e religiosa dei
nuovi domini italiani e di darsi una connotazione decisamente
‘laica’ per l’epoca: gli articoli emanati nelle due diete tenutesi a Ilanz
il 4 aprile 1524 e il 25 giugno 1526 trasferirono ai tribunali civili la
competenza su diverse materie prima riservate ai tribunali religiosi;
il 23 giugno 1557 una nuova Dieta riunitasi a Ilanz avocava al più
controllabile vescovo di Coira la prerogativa di autorizzare l’ingresso
di sacerdoti cattolici nella Valtellina, nella Val Chiavenna e in Bor-
mio, troncando di fatto i legami istituzionali con la diocesi lariana .
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Di lì a poco, lo spettacolare protagonismo pastorale dell’arcivescovo
di Milano Carlo Borromeo – non a caso nominato protettore degli
Svizzeri presso il Sacro Collegio, e dotato di sufficiente autorità e
carisma per concordare con il governatore dello Stato di Milano
un’azione comune oltre confine – avrebbe di fatto sottratto alla
troppo debole diocesi comasca l’iniziativa riformistica e controrifor-
mistica in quei territori italiani soggetti alle due repubbliche alpine
(i baliaggi) che pure erano di sua pertinenza.
In tale contesto la funzione del governatore locale non poteva chia-
ramente limitarsi a compiti esclusivamente militari: si trattava di de-
clinare le esigenze della difesa e quelle pressanti connesse al prelievo
fiscale, sollecitato e continuamente incrementato dalle istituzioni del
32 Asmi, Carteggio, cart. 37, il governatore di Como al marchese del Vasto, 17 marzo
1542.
33 D. Zoia, La “Luna di miele” tra Grigioni e Valtellinesi nei primi decenni del Cinque-
cento. Le relazioni istituzionali, in A. Corbellini, F. Hitz (a cura di), I grigioni in Valtellina,
Bormio e Chiavenna, Institut für Kulturforschung Graubünden et alii, Sondrio - Po-
schiavo, 2012, pp. 139-159: 154-155.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)