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                dalla Dieta delle Tre Leghe per il suo zelo di fondatore di istituzioni
                educative cattoliche nei baliaggi .
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                   Lo scontro tra gli Asburgo e le Leghe Grigie, com’è noto, non si pro-
                dusse nel corso delle Guerre d’Italia, ma fu solo rimandato al 1620,
                quando l’occupazione spagnola della Valtellina seguì a breve una san-
                guinosa rivolta interna (il noto Sacro Macello). Nondimeno assai plau-
                sibile risulta l’ipotesi che il governatore di Como coltivasse il progetto
                di aggiudicarsi un ruolo chiave nell’area quale strumento di un pro-
                getto di espansione che la diffusione del credo riformato lungo l’arco
                alpino legittimava ormai quale guerra contro l’eresia. Un’ipotesi, senza
                dubbio, ma suggerita da diverse circostanze: in primo luogo, dalla po-
                sizione dei due feudi da lui richiesti, Dongo e Colico – entrambi collo-
                cati all’estremità settentrionale del Lago di Como e al confine con il
                territorio  delle  Tre  Leghe  –,  due  basi  ideali  per  raggiungere  rapida-
                mente tanto la Val Chiavenna quanto la Valtellina . Si aggiungano la
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                protezione accordata in materia fiscale alle comunità rivierasche del
                Lago di Como – la cui collaborazione era apparsa essenziale sotto il
                profilo logistico per il buon esito di qualunque tentativo di espansione
                verso nord già nel corso delle due guerre di Musso  – e le menzionate
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                relazioni intrattenute con diversi agenti bene introdotti nel territorio
                dei Grigioni.
                   Quanto al coinvolgimento del nobile andaluso nella lotta all’eresia,
                è certo che proprio negli anni ’40 e ’50 del Cinquecento – soprattutto
                dopo la clamorosa fuga di Bernardino Ochino verso Ginevra nel 1542
                                                                                  80
                – la ricerca di libri ereticali, di missive dirette ai fuoriusciti per ragioni
                di fede e degli stessi religiosi cattolici convertiti al credo riformato in
                transito  divenne  uno  dei  compiti  ordinari  del  governatore  di  Como:
                questi vi si dedicò con particolare zelo – al punto da contendere all’alto
                clero locale la prerogativa di detenere i religiosi in odore di eresia –,
                dimostrando un talento poliziesco non comune negli interrogatori cui
                sottoponeva di persona i sospetti di passaggio attraverso il confine. Fu
                questo il caso di uno sfortunato frate cappuccino, Gerolamo da Bolo-
                gna, fermato a Como nel novembre 1542, mentre tentava di raggiun-
                gere l’Ochino «in habito secular quale se volea coprir con dir che era
                speziaro»: il governatore di Como riferì al Gran Cancelliere di averlo



                   77  Materialien zur Standes cit., n. 631, 1 febbraio 1549, p. 135; n. 759, 7 giugno
                1561, p. 166
                   78  Materialien zur Standes cit., n. 673, 15 novembre 1553; n. 674, 10 gennaio 1554;
                n. 700, 14 dicembre 1556, pp. 143-144, 149.
                   79  J. Stüssi, La prima guerra di Musso, «Rivista militare della Svizzera italiana», 69
                (1997), pp. 39-60: 42, 49.
                   80  M. Gotor, Bernardino Ochino, in Dbi, LXXIX, Treccani, Roma, 2013, ad vocem.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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