Page 88 - 1
P. 88
356 Michele Maria Rabà
dalla Dieta delle Tre Leghe per il suo zelo di fondatore di istituzioni
educative cattoliche nei baliaggi .
77
Lo scontro tra gli Asburgo e le Leghe Grigie, com’è noto, non si pro-
dusse nel corso delle Guerre d’Italia, ma fu solo rimandato al 1620,
quando l’occupazione spagnola della Valtellina seguì a breve una san-
guinosa rivolta interna (il noto Sacro Macello). Nondimeno assai plau-
sibile risulta l’ipotesi che il governatore di Como coltivasse il progetto
di aggiudicarsi un ruolo chiave nell’area quale strumento di un pro-
getto di espansione che la diffusione del credo riformato lungo l’arco
alpino legittimava ormai quale guerra contro l’eresia. Un’ipotesi, senza
dubbio, ma suggerita da diverse circostanze: in primo luogo, dalla po-
sizione dei due feudi da lui richiesti, Dongo e Colico – entrambi collo-
cati all’estremità settentrionale del Lago di Como e al confine con il
territorio delle Tre Leghe –, due basi ideali per raggiungere rapida-
mente tanto la Val Chiavenna quanto la Valtellina . Si aggiungano la
78
protezione accordata in materia fiscale alle comunità rivierasche del
Lago di Como – la cui collaborazione era apparsa essenziale sotto il
profilo logistico per il buon esito di qualunque tentativo di espansione
verso nord già nel corso delle due guerre di Musso – e le menzionate
79
relazioni intrattenute con diversi agenti bene introdotti nel territorio
dei Grigioni.
Quanto al coinvolgimento del nobile andaluso nella lotta all’eresia,
è certo che proprio negli anni ’40 e ’50 del Cinquecento – soprattutto
dopo la clamorosa fuga di Bernardino Ochino verso Ginevra nel 1542
80
– la ricerca di libri ereticali, di missive dirette ai fuoriusciti per ragioni
di fede e degli stessi religiosi cattolici convertiti al credo riformato in
transito divenne uno dei compiti ordinari del governatore di Como:
questi vi si dedicò con particolare zelo – al punto da contendere all’alto
clero locale la prerogativa di detenere i religiosi in odore di eresia –,
dimostrando un talento poliziesco non comune negli interrogatori cui
sottoponeva di persona i sospetti di passaggio attraverso il confine. Fu
questo il caso di uno sfortunato frate cappuccino, Gerolamo da Bolo-
gna, fermato a Como nel novembre 1542, mentre tentava di raggiun-
gere l’Ochino «in habito secular quale se volea coprir con dir che era
speziaro»: il governatore di Como riferì al Gran Cancelliere di averlo
77 Materialien zur Standes cit., n. 631, 1 febbraio 1549, p. 135; n. 759, 7 giugno
1561, p. 166
78 Materialien zur Standes cit., n. 673, 15 novembre 1553; n. 674, 10 gennaio 1554;
n. 700, 14 dicembre 1556, pp. 143-144, 149.
79 J. Stüssi, La prima guerra di Musso, «Rivista militare della Svizzera italiana», 69
(1997), pp. 39-60: 42, 49.
80 M. Gotor, Bernardino Ochino, in Dbi, LXXIX, Treccani, Roma, 2013, ad vocem.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Agosto 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)