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Facilitare gli affari. La piazza di Rialto e il ruolo del governo attorno al 1669 567
racchiusa tra il molo, la Libreria e il corpo di Palazzo Ducale), per poi
spostarsi a visitare il tesoro della chiesa di San Marco e infine recarsi
a Rialto a vedere le attività dei mercanti e del mercato. Seguiva un
breve accenno alle Divotioni (le reliquie più importanti), alle Opere di
pietà, l’elenco dei prelati illustri, e poi la vera e propria guida artistica.
Nel descrivere Venezia come punto di partenza Coronelli applicava
per motivi ovvi un topos, anzi il luogo comune per eccellenza nella de-
scrizione della città lagunare, ovvero la centralità delle aree di San
Marco e di Rialto su tutte le altre, e la loro contiguità. Si trattava non
tanto di una contiguità spaziale, da compiersi attraverso la cerniera
del percorso urbano delle Mercerie e del ponte, quanto di una conti-
guità simbolica, collegata alle origini della città e ai suoi miti fondativi.
In tale dimensione, San Marco e Rialto venivano considerate alla pari.
Le due aree si identificavano con due poli centrali nello sviluppo ur-
bano, politico, commerciale in laguna; nel tempo si erano specializzate
e funzionalizzate, rimanendo però connesse e speculari l’una all’altra.
San Marco aveva assunto il ruolo di cuore politico; il rinnovamento
cinquecentesco ne aveva riorganizzato l’aspetto secondo le forme
dell’architettura classica, assicurando una citazione di romanità (e
dunque di imperium) che Venezia non aveva mai posseduto per fonda-
zione . La zona di Rialto – con il mercato, le botteghe tutt’intorno, e i
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servizi necessari al commercio internazionale – ne costituiva invece il
cuore economico; qui avevano sede i principali organi finanziari e fi-
scali, e tutta l’area ospitava spazi specifici e professionali destinati
all’incontro e allo scambio tra persone, i servizi bancari, assicurativi e
di intermediazione, i magazzini da affittare per le merci (le volte), e
poco distante le rive di approdo delle barche di olio, carbone, vino.
Rialto era il «secondo luogo d’incontro della politica patrizia dopo la
Piazza [San Marco] ed il Palazzo» Ducale, e anche quello di «buona
parte della classe media» . Ma anche Rialto, e in particolare l’area an-
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tistante la chiesa di San Giacomo, condivideva con San Marco il
5 Sulla Piazza di San Marco come forum all’antica si vedano D. Howard, The Archi-
tectural History of Venice, Batsford, London, 1980, pp. 136-173; M. Tafuri, Venezia e il
Rinascimento. Religione, scienza e architettura, Einaudi, Torino, 1985, pp. 162-169; M.
Agazzi, Platea Sancti Marci: i luoghi marciani dall’11. al 13. secolo e la formazione della
piazza, Comune di Venezia-Università degli Studi di Ca’ Foscari, 1991; M. Morresi,
Piazza San Marco: istituzioni, poteri e architettura a Venezia nel primo Cinquecento,
Electa, Milano, 1999; D. Howard, L’architettura, in D. Battilotti, G. Beltramini, E. Demo,
W. Panciera (a cura di), Storia dell’architettura nel Veneto. Il Cinquecento, Marsilio, Ve-
nezia, 2016, pp. 38-69 (pp. 47-51).
6 A. Zannini, La presenza borghese, in G. Benzoni e G. Cozzi (a cura di), Storia di
Venezia dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. VII, La Venezia barocca, Istituto
della Enciclopedia italiana, Roma, 1997, pp. 225-272 (p. 241, dove si cita anche il pa-
ragrafo di Coronelli sulle Curiosità da visitare a Venezia).
Mediterranea – ricerche storiche – Anno XIX – Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)