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380 Pinella Di Gregorio
e autoriflessiva: si basa su un approccio metodologico chiaro, sulla logica del
confronto e su una riflessione sugli obiettivi e sulle unità di confronto 1 .
Così si esprimeva nel 2007 lo storico comparatista George Haupt.
Nonostante ciò, sono assai pochi gli storici che definirebbero la propria
pratica di ricerca attraverso il metodo comparato . Questo accade, a
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me pare, per due ragioni opposte e convergenti. Per molti storici di
professione gli studi comparati evocano approcci metodologici, piutto-
sto obsoleti, quali la comparazione di civiltà ancora perfettamente in
voga negli anni Sessanta quando si affermava che «il compito più im-
portante dello studio scientifico della storia [è] lo studio comparato
delle civiltà» . D’altra parte, il lavoro di gran parte degli storici si collo-
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cava in un ambito nazionale occupandosi di problematiche inerenti
prevalentemente alla dimensione politica dello stato-nazione . In-
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somma, la storia comparata nell’immediato dopoguerra si trovò ad es-
sere marginalizzata fino a che un gruppo di studiosi, riuniti attorno
alla rivista Comparative Studies in Society and History, iniziò ad occu-
parsi nuovamente di storia comparata. Non più storia di civiltà ma
comparazione di casi o processi nazionali/locali basata su unità terri-
toriali omogenee.
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Negli anni Ottanta, però, l’approccio della storiografia alla spazialità
si complica: da una parte ci si rende conto della natura socialmente e
storicamente costruita dei luoghi e, dall’altra, della discontinuità tra
1 H.G. Haupt, Comparative history – a contested method, «Historisk Tidskrift, Histor-
ical Journal quarterly», Swedish Historical Society, Stockholm, A. 127, n. 4 (200a7), p.
698.
2 J. Kocka, The Uses of Comparative History, in R. Björk, K. Molin (eds.), Societies
Made up of History: Essays in Historiography, Intellectual History, Professionalization,
Historical Social Theory, & Proto-Industrialization, Edsbruck, Akademitryck Campus,
1996; J. Kocka, Storia comparata, in Enciclopedia delle scienze sociali , Istituto della
Enciclopedia italiana, Roma 1998, vol. 8, S. 389-396; G. Haupt, Comparative History,
in International Encyclopedia of the Social and Behavioral Sciences Elsevier, Amster-
dam, New York, 2001; J. Kokca, Comparison and beyond, «History and Theory», Vol. 42,
No. 1 (Feb., 2003), pp. 39-44; D. Cohen, M. O'Connor (eds), Comparison and History.
Europe in cross-national perspective, New York/London, 2004.
3 P. Bagby, Culture and History: Prolegomena to the Comparative Study of Civiliza-
tions Berkeley and Los Angeles, 1963, pp. 190.
4 R. Torstendahl (ed.), An assessment of twentieth-century historiography, Stockholm
2000.
5 Nell’articolo di presentazione della rivista il direttore Sylvia L. Thrupp, richiamando
i risultati raggiunti dalla linguistica storica, spostava nettamente l'accento sulla meto-
dologia. Tuttavia, l’editoriale tra un’applicazione dei dettami della comparazione lingui-
stica e un metodo «puramente empirico» si dichiarava favorevole ad un approccio "terzo
o misto" più appropriato per la maggior parte delle ricerche storiche. La sistemazione
teorica generale doveva servire ex post come fattore di controllo sull'osservazione empi-
rica. Vedi S. L. Thrupp, Editorial, «Comparative Studies in Society and History», Vol. 1,
No. 1 (Oct. 1958), pp. 1-4.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)