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La comparazione storica di fronte allo ‘spatial turn’: dilemmi e virtù di un metodo 383
versale” e “storico” . Nella comparazione universale lo storico sele-
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ziona alcune società separate nel tempo e nello spazio in modo che
ogni analogia osservata tra di loro non possa essere spiegata né con
una influenza reciproca né con un’origine comune . Lo studio com-
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parato delle religioni o della relazione tra stato e società sono argo-
menti classici della filosofia della storia o di alcune correnti dell’antro-
pologia . Molti dei lavori di comparazione storica, nel primo cinquan-
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tennio del secolo, appartenevano a questa categoria. Al contrario, at-
traverso il metodo comparato, è possibile studiare in modo parallelo
società che sono, allo stesso tempo, vicine e contemporanee e che
quindi esercitano una costante e reciproca influenza, giacché fanno
parte di un medesimo contesto temporale e spaziale che le sottopone
a processi comuni .
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Lo snodo concettuale fondamentale del metodo comparativo è,
però, la definizione delle unità da comparare. Bloch riteneva, infatti,
che il metodo comparato non dovesse funzionare (solo) per comparare
nazioni o stati ma, tralasciando obsoleti dati topografici compartimen-
talizzati in cui pretendiamo di racchiudere le realtà sociali, gli spazi
della comparazione devono essere scelti sulla base dell’obiettivo della
ricerca. Per ogni aspetto della vita sociale europea, in ogni istante sto-
rico, può essere definito lo spazio geografico appropriato . La scelta
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delle unità da comparare siano esse sociali, istituzionali o territoriali
dipende, dunque, dal problema storico che si intende affrontare e dal
contesto temporale . Ovviamente non è affatto facile. Per Bloch, poi-
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ché non esistono due unità comparative identiche, il modo più oppor-
tuno nella selezione delle unità della comparazione sono gli aggregati
sociali che variano dalla singola famiglia all'intera civiltà umana. Se
scegliamo di confrontare diversi sistemi sociali, allora avremo compa-
razioni tra nazioni, istituzioni, civiltà; qualora volessimo analizzare si-
stemi sociali e produttivi, processi culturali e etnologici, potremmo ri-
durre la scala a regioni, città, famiglie unità più o meno piccole ma
tutte ugualmente legittime. La scelta dei fenomeni da studiare è re-
sponsabilità dello storico, non del metodo comparativo.
Non vi è alcun limite teorico su quanto piccole e insignificanti o
grandi e importanti possano essere le unità di confronto. Ma qui
15 M. Bloch, Storici e storia cit., pp. 97-104.
16 Ivi, pp.129-130.
17 R. Grew, The Case for Comparing Histories, «The American Historical Review»,
vol.85, N..4 (Oct. 1980), pp. 763-778, in particolare pp. 764-765.
18 A.O. Hill, B.H. Hill, Forum American Historical Review, Marc Bloch and Comparative
History, in «The American Historical Review», Vol. 85, N. 4 (Oct.1980), pp. 828-846.
19 Ivi, pp. 829-831.
20 W.H. Sewell jr., Marc Bloch and the Logic of Comparative History, «History and
Theory» Vol. 6, No. 2 (1967), pp. 208-218, in particolare p. 212.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)