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384 Pinella Di Gregorio
finiamo nell’imbatterci con il problema da cui eravamo partiti: esiste
una distinzione tra comparazione universalistica e comparazione sto-
rica? Si possono comparare civiltà o religioni attraverso il tempo e lo
spazio?
Comparazione, etnocentrismo, storia delle civiltà
Nelle scienze sociali era stato Emile Durkheim ad affermare con
nettezza che «la sociologia comparata non è un particolare branca della
sociologia; è la sociologia stessa nella misura in cui cessa di essere
puramente descrittiva e aspira a rendere conto dei fatti» . Per la storia
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come disciplina la necessità della comparazione si manifesta assai tar-
divamente . Nel secolo della modernità borghese, la ricerca storica
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era più attenta a problemi quali la prossimità e la verificabilità delle
fonti (d’archivio e/o della pubblicistica) e, profondamente, impegnata
sulla formazione delle identità nazionali, sulla costruzione degli stati,
sulla storia politica. Insomma, più che comparare si studiavano i pro-
cessi di state building e national building che avevano contraddistinto
il modello statuale e politico del continente a giustificazione della su-
periorità europea e del suo diritto di dominare il mondo.
Tuttavia, già agli inizi del XX secolo la fiducia nel progresso “euro-
peo” iniziava a sfaldarsi. Intellettuali di diverse origini culturali cerca-
rono nella "storia" una spiegazione alla decadenza morale e politica
della civiltà occidentale, avviata inesorabilmente verso la catastrofe
della Grande Guerra. Sintesi generali come quella di Oswald Spengler
o Arnold Toynbee si caratterizzarono per un approccio metastorico
fondato sull'analisi dei cicli dell'ascesa e della decadenza delle civiltà .
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Le civiltà erano, dunque, comparate su profilature sociali, religiose,
razziali che prescindevano della contestualizzazione storica. La storia
comparata delle civiltà restò fortemente legata alla pretesa universali-
stica della cultura europea. Il solo fatto di mappare il mondo ordinan-
dolo in un caleidoscopio di civiltà, la cui posizione occupata nello spet-
tro era determinata dalla relazione più o meno prossima all’Europa,
implicava la centralità dell'Occidente. Coloro che si cimentarono
nell'impresa non erano storici di professione, pur provenendo da espe-
rienze culturali differenti, avevano in comune un atteggiamento “anti-
21 E. Durkheim, Les Règles de la Méthode Sociologique Librairies Felix Alcan, Paris
1895. Traduzione italiana, Le regole del Metodo sociologico, Edizioni di Comunità, Mi-
lano, 1963, I ed.
22 R. Grew, The Case of Comparing Histories cit. p. 776.
23 Il termine di metastoria è stato usato da P. Costello, World Historians and Their
Goals: Twentieth-Century Answers to Modernism, Northern Illinois University Press,
DeKalb, 1993.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)