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                documenti fiorentini compare l’obbligo nominale di gestione diretta da
                parte di uno dei «ministri» senza, quindi, la possibilità di delegarla ai
                dipendenti, i quali evidentemente sarebbero potuti cadere in tentazione.
                In controtendenza la ragione fiorentina «Giannini-Gantelmi & C.» di Li-
                sbona, dove all’articolo sette del contratto si apre, previa approvazione
                degli interessati in modo maggioritario, alla possibilità di affidarla a un
                ‘giovane’  che  «giudicheranno  possa  esser  persona  abile  quando  non
                possino ò voglino tenerla loro» .
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                5. Conclusioni

                   Sin dall’epoca medievale all’efficienza delle aziende toscane operanti
                all’estero molto contribuiva l’oculata selezione del personale. Sulla scia
                di una tradizione plurisecolare, nel tardo Seicento le società toscane
                impegnate in Spagna continuarono ad avvalersi di adolescenti e uomini
                provenienti dai contesti cittadini d’origine. Un contingente di ‘giovani’
                dipendenti di età e qualifiche diverse si riversò così nelle capitali spa-
                gnole del commercio coloniale per prestare la propria opera presso le
                compagnie fiorentine e lucchesi. Come nei secoli precedenti, spesso in-
                traprendevano  il  loro  tirocinio  all’estero  appena  adolescenti,  eserci-
                tando per il negozio una varietà di mansioni; seguitavano a vivere sotto
                lo stesso tetto e, vincolati dai divieti loro imposti dalla vita mercantile,
                rispondevano in tutto al loro direttore. Traiettorie più o meno fortunate
                le loro, con l’esperienza molti ebbero successo negli affari rimanendo
                lontano dall’Italia per poco o per sempre; altri fecero ritorno a casa;
                qualcuno avrebbe tentato la fortuna nelle Indie.
                   Le clausole contrattuali delle società toscane – appena più partico-
                lareggiate per Firenze – rimandano a una gestione del personale flessi-
                bile, non più rigidamente codificata ma nei fatti ancora in essere, in cui
                le figure non paiono ben definite, come indica la sovrapposizione tra
                apprendista e impiegato, che l’univocità lessicale e retributiva delle fonti
                pare fondere nell’unico vocabolo di ‘giovane’. Forse in evoluzione, anche
                terminologica, coi tempi, dallo spoglio dei documenti non emergono i
                vari «discepoli» e «fattori» che tanto i colossi Bardi e Peruzzi nel Trecento
                quanto le imprese toscane tardo-cinquecentesche spedivano nelle loro
                filiali in giro per l’Europa .
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                   84  Tale possibilità si estende anche alla figura dello scribano del negozio, cfr., Asf,
                Quaratesi, vol. 38, 40, 1° agosto 1697, cc. n.n.
                   85  Per la definizione delle figure del personale delle compagnie Bardi e Peruzzi
                cfr. Sapori, Il personale delle Compagnie cit, pp. 695-716; in sostanziale continuità,
                anche lessicale, con la tradizione medievale, R. Mazzei, Itinera mercatorum cit, pp.
                125-130; il rinvenimento di contratti individuali di lavoro, se conservatisi, potrebbe



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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