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                che “il registro, da cui è trascritto questo testamento, è pieno eviden-
                temente di scorrezioni ed errori, che rendono talvolta oscuro e confuso
                il senso dell’atto” . Grazie alla recente digitalizzazione  della biblioteca
                                                                    4
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                della Real Academia de la Historia di Madrid, sia il testamento, che il
                primo dei codicilli (manca il secondo edito dal La Lumia ) sono ora
                                                                         5
                disponibili per un confronto tra le due pergamene, scaricabili dal sup-
                porto digitale, e i loro transunti, che consente di verificare come il te-
                stamento nell’edizione del La Lumia mancasse inoltre di tutta una im-
                portante parte centrale e che è diverso il suo anno di datazione. Il te-
                stamento in scriptis è infatti dettato a Catania il 5 luglio 1386 (e non
                del 1380) da Artale d’Alagona, comitatus Mistrecte dominus et Regni
                Sicilie magister iusticiarius ac una cum sociis vicarius generalis, al no-
                taio Antonio de Parma, publicus imperiali reginalique auctoritate nota-
                rius ac iudex ordinarius, il quale lo riceve e appone la sua sottoscri-
                zione.  Si  nota  tuttavia  nella  datazione  un  errore  nell’indicazione
                dell’anno di regno della regina Maria, perché il 5 luglio dell’anno sep-
                timo corrisponde al 1384.
                   Del notaio Antonio de Parma sappiamo da lui stesso, nel successivo
                codicillo, che era figlio condam domini Benedicti. Altri documenti ci in-
                formano che il 5 novembre del 1386 assistette a Catania alla vendita,
                fatta ad Artale, del castrum Mongelini , dalla cui rivendicazione trasse
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                origine la “lite feudale”, dagli atti della quale il La Lumia ha tratto il
                testamento. Sappiamo anche che l’11 luglio 1389 il notaio, familiaris
                del maestro giustiziere Manfredi d’Alagona, ottenne a vita dal vescovo
                di Catania Simone Del Pozzo, speciali gracia, la dohanam et baiulatum
                castri  Sancte  Anastasie,  spettanti  pleno  iure  alla  Chiesa  catanese,
                come ricompensa perché se nobis et dicte nostre Ecclesie multipliciter
                obsequiosum exhibuit et obsequiorum nostrorum onera in arduis nostris
                negociis subire libencius non expavit . Il 7 aprile 1390 sarà Antonio de
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                Parma, socius domesticus et commensalis del vicario generale Manfredi
                d’Alagona, a chiedere solennemente a suo nome la pubblicazione in
                formam autenticam del privilegio ricevuto dal vescovo e dal capitolo di
                concessione in enfiteusi perpetua de castro, terra et tenimento di Aci .
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                Sarà sempre lui a presentare il 30 luglio 1390 anche le licteras aposto-
                licas, con le quali Urbano VI aveva concesso Aci in feudo ad Artale


                   3  Ibidem, p. 192.
                   4   Sulla  realizzazione  della  Biblioteca  Digital,  avviata  dalla  Real  Academia
                Española, si può vedere l’articolo di M. Morales, La Real Academia Española digi-
                taliza su biblioteca, in: “El País”, 20 enero 2024.
                   5  La Lumia, Estratti cit., pp. 195 s.
                   6  A. Giuffrida, Il cartulario della famiglia Alagona di Sicilia, Palermo 1978, pp.
                114 s.; Castelli medievali di Sicilia, Palermo 2001, pp. 173-175.
                   7  Catania, Archivio Storico Diocesano, Atti dei Vescovi, 1, f. 57v.
                   8  Ibidem, f. 91r.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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