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Le ultime volontà di Artale D’Alagona, vicario generale del Regno di Sicilia   201


                    dore del suo nome, alla continuità della sua memoria e al potere della
                    sua famiglia. Nella speranza della nascita di altri figli, prevede tutte le
                    eventualità, ma è più che manifesta la disparità di trattamento a se-
                    conda del sesso. Se nascesse, sarebbe il figlio maschio a succedergli
                    in omnibus bonis et iuribus nostris, tam pheudalibus quam burgensati-
                    cis, quocumque titulo acquisitis et ad nos quovis iure spectantibus et
                    pertinentibus. In ogni caso, in generale, è stabilito in infinitum che, per
                    poter succedere in baroniis et bonis, i discendenti da linea femminile
                    nostro cognominentur cognomine, videlicet de Alagona, et sine mistione
                    aliqua deferrant arma sive signa nostra, con la sola eccezione possibile
                    che la donna nupserit viro maioris dignitatis, quo casu primo genitus
                    sorciatur cognomen et arma paterna, secundo vero genitus cognomine-
                    tur nostro cognomine et deferat arma nostra.
                       Maria non ebbe altri fratelli, né sorelle, ma la sua successione era
                    comunque limitata dalle particularibus institucionibus et legatis. Nel ri-
                    spetto innanzitutto di quanto suo padre Blasco aveva disposto nel te-
                    stamento:  che  i  beni  feudali  andassero  ai  fratelli,  se  il  primogenito
                    fosse morto senza figli o nipoti maschi naturali e legittimi, come Artale
                    e sua moglie Giovanna Lancia il 7 febbraio 1348 avevano espressa-
                    mente accettato , il testatore dispose che tutti i beni ricevuti ex suc-
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                    cessione  paterna,  cioè  la  contea  di  Mistretta  e  le  terre  di  Pettineo,
                    Butera e Reitano andassero al fratello Blasco, specificando che hospi-
                    cio  e  iumentis,  che  erano  stati  del  padre,  restavano  però  nella  sua
                    disposizione, utpote pure nobis relictis. Lasciò inoltre ai due figli ma-
                    schi, Maciotta e Giovanni d’Alagona, duecento onze ciascuno, che il
                    primo avrebbe percepito super redditibus et proventibus della terra di
                    Traina et in pheudis Dardari et Fayni  e il secondo su quelli della terra
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                    di Aci, con la successivs possibilità che Traina e Aci andassero pleno
                    iure et libere rispettivamente a Maciotta e a Giovanni cum vassalis,
                    iuribus  omnibus  et  pertinenciis  suis  in  mancanza  di  altri  eredi.  Alla
                    bambina natagli dalla domina Cesaria lasciò un legato  pro maritagio
                    di ottocento onze, all’altra figlia, nata dalla tartara, duecento. Nominò
                    tutor, balius et curator per i propri figli uno dei suoi quattro fratelli:
                    Manfredi  in  primo  luogo,  e  in  caso  di  decesso  Giacomo,  Matteo  o
                    Blasco nell’ordine.
                       Dispose che in caso quod nullus supersit ex nobis et ipsa consorte
                    nostra descendens, in tal caso deficiencium videlicet descendencium
                    nostrorum legitimorum et naturalium nella terra di Montalbano gli suc-
                    cedesse Artale, figlio del fratello Blasco, nella terra di Paternò e nella
                    contea  di  Augusta  un  altro  Artale,  figlio  del  fratello  Manfredi,  nella


                       14  Giuffrida, Il cartulario cit., p. 41.
                       15  Dardara e Fayno erano entrambi tra Gela e Butera (A. Marrone, Repertorio
                    della feudalità siciliana (1282-1390), Palermo 2006, pp. 488, 490.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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