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98 Andrea Profeta
località madonita . La vittima della stregoneria era Elena Agnello dei
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principi di Francavilla di Mistretta, signora di Isnello per matrimonio .
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La Curia rivendicò la sua competenza, dimostrando interesse nella per-
secuzione dei fenomeni stregoneschi: «questi cosi sunno di importanzia
e tanto maggiurmenti quando li fanno contra persona honorata» .
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Il territorio di Isnello, la cui signoria era retta dalla nobile famiglia
dei Santacolomba, costituiva un vicariato all’interno della diocesi di Ce-
falù . Il vescovo vi esercitava la propria giurisdizione attraverso vicari
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detti curati, cui il diritto canonico attribuiva numerose prerogative . Tra
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le altre, incombeva sui curati anche la funzione «di vigilanza e di con-
trollo sulla vita del clero e sul comportamento dei laici» . Ai sensi del
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di stregoneria, furono celebrati tra il 1560 e il 1614 presso la Corte Spirituale del
vicariato di Isnello, tribunale “informativo” di cui si suppone l’esistenza, e successi-
vamente delegati alla Corte Episcopale di Cefalù. A don Pietro Piraino, autore della
scoperta e direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Cefalù, va un doveroso e sen-
tito ringraziamento per aver reso possibile l’accesso alla documentazione.
2 Magarìa è «affatturazione, stregoneria, malìa, veneficium». Si consultino le
voci Magara, Magarìa e Magaru di M. Pasqualino, Vocabolario siciliano etimologico,
dalla Reale Stamperia, Palermo, 1885, t. III, p. 73.
3 Simone Santacolomba e Ventimiglia, marito di Elena, si era investito della
baronia alla morte del padre il 22 dicembre 1542 (cfr. Asp, Conservatoria di Regi-
stro, Investiture, 1542-1555, f. 67).
4 Aspi, Chiesa Madre, Sez. 3, s. 5, n. 6, D. 1, f. 3v.
5 La terra di Isnello apparteneva al vescovo di Cefalù fin dai tempi della fonda-
zione della diocesi (R. Pirri, Sicilia Sacra disquisitionibus et notationibus inlustrata,
apud haeredes Petri Coppulae, Palermo, 1733, t. I, p. 389. Pp. 168-169). Primo a
potersi fregiare del titolo di barone, Nicolò Abbate «l’occupava sotto Federico III». Il
figlio, omonimo del padre, vendette la terra al conte di Geraci nel 1377 e questi
«morendo l’assegnò nel 1392 al figliuolo», Antonio Ventimiglia e Loria (cfr. Isnello,
in G. Di Marzo, Dizionario topografico della Sicilia di Vito Amico, Tipografia di Pietro
Morvillo, Palermo, 1855, vol. I, p. 571). Pur avendo confermato il testamento con
privilegio del 22 luglio 1392 (cfr. Asp, Regia Cancelleria, 1392, f. 33), re Martino fu
indotto dal tradimento del conte ad assegnare le decime a lui dovute al vescovo e
a concedere il feudo ad Abbo Filangieri nel 1397 (cfr. Isnello cit., p. 571). Tuttavia,
il Filangieri cedette Isnello in permuta nello stesso anno e, poco più tardi, lo stesso
sovrano investì della terra e del titolo Arnaldo Santacolomba (cfr. Asp, Regia Can-
celleria, 1398, f. 211). Per il complesso ruolo esercitato dal territorio di Isnello quale
«enclave» all’interno della contea dei Ventimiglia si veda O. Cancila, I Ventimiglia di
Geraci (1258-1619), Mediterranea, Palermo, 2016, t. I, pp. 40-44 e 53-94. Per l’in-
vestitura del Santacolomba si rimanda, invece, a F. San Martino De Spuches, La
storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia dalla loro origine ai nostri giorni (1923),
Scuola tip. «Boccone del povero», Palermo, 1924, vol. IV, p. 251.
6 Si consulti Vicaire forain, in M. André, A. Condis, Dictionnaire de droit canoni-
que et de Sciences en connexion avec le droit canon, Hippolyte Walzer èditeur, Pa-
rigi, 1901, t. III, pp. 686-687.
7 A. Turchini, La visita come strumento di governo del territorio, in P. Prodi, W.
Reinhard (a cura di), Il concilio di Trento e il moderno, Quaderno 45 dell’Istituto
storico italo-germanico di Trento, Bologna, 1996, p. 360.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)