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Fra sistema a domicilio e manifattura accentrata. L’Istituto degli orfani nazzareni... 141
che andavano a risparmiare sul fattore lavoro (labour-saving). Negli
anni sessanta del Seicento, infatti, quando si cercò di introdurre il te-
laio meccanico per calze inventato da Richard Lee, mercanti e istitu-
zioni cittadine ed ecclesiastiche furono i primi fautori di una loro
esclusione dalle botteghe della città . Questa scelta è facilmente spie-
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gabile: per il ruolo disciplinatore che svolgevano queste lavorazioni;
per la flessibilità di un sistema che si reggeva su manodopera femmi-
nile e infantile che lavorava a domicilio; e, non ultimo, per l’ampia ri-
serva di manodopera di cui i mercanti potevano contare all’interno di
questi istituti .
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Il rapporto fra istituzioni caritative e corporazioni è dunque più
complesso di quanto normalmente ipotizzato . Questo elemento è an-
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cor più evidente nel caso della trasmissione di conoscenze. Nella pro-
duzione di nastri, l’assenza di una corporazione non creò alcuna diffi-
coltà per i mercanti, né per utilizzare l’ente, né per la formazione di
nuove lavoratrici nel settore (ricordiamo che la produzione di nastri
era prevalentemente femminile). Anzi, il 17 febbraio 1624 fu proprio
Giulio Pettenello a invitare il consiglio a individuare alcune maestre
per insegnare alle ragazze all’interno dell’orfanotrofio il mestiere di tes-
sere cordelle al telaietto al fine di diffondere questo mestiere fra le
mura . Allo stesso modo, il 29 luglio 1635, il Priore comunicò la ne-
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cessità di trovare una maestra che insegnasse alle ragazze l’arte di fare
le calze, dal momento che i lavori non riuscivano a raggiungere «quella
perfezione che desiderano i mercanti» . Qui emerge invece un ruolo
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formativo decisivo, e non alternativo, delle istituzioni caritative in età
moderna. Grazie all’orfanotrofio, infatti, fu possibile contribuire a dis-
seminare le conoscenze ricorrendo a maestre private che avevano il
compito di istruire le ragazze in un mestiere che avrebbero svolto in
futuro. L’apprendistato negli orfanotrofi era in grado di formare ma-
nodopera qualificata tanto quanto l’apprendistato formalizzato e ga-
rantito dalle corporazioni.
Le stesse considerazioni si possono estendere per le lavorazioni a
maglia. All’interno delle sale dell’ente, infatti, si svolgeva un percorso
di apprendistato che portava alla formazione di futuri lavoratori del
57 C. M. Belfanti, Fashion and Innovation cit.
58 A. Caracausi, Beaten Children and Women’s Work in Early Modern Italy, «Past &
Present», vol. 1, 2014, p. 95-128.
59 M. Prak, S. R. Epstein, Introduction: Guilds, innovation and the European economy,
1400-1800, in M Prak, S.R. Epstein (eds.), Guilds, Innovation and the European Econ-
omy, 1400-1800, Cambridge University Press, Cambridge, 2008, pp. 10-11; C. Crow-
ston, Women, Gender, and Guilds in Early Modern Europe: An Overview of Recent Re-
search, «International Review of Social History», 53 (S16), 2008, pp. 19-44.
60 ASP, Osmg, b. 134, c. 17r, 17 febbraio 1624.
61 Ivi, b. 135, c. 69r, 29 luglio 1635.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)