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                europeo, nonché a forze politiche e a un mondo del lavoro che condi-
                videvano ideali progressisti, lavoristi, uniti a un assai diffuso e forte
                anticlericalismo, l’insediamento degli Artigianelli appare come un ten-
                tativo, sia pure tardivo, di intervento delle forze cattoliche cittadine su
                un terreno difficile, già arato da esperienze e iniziative laiche, e quindi
                in aperta concorrenza e sfida con queste ultime. Per questo cerche-
                remo di analizzare il caso specifico della vita di questo istituto con in
                controluce una attenzione al contesto urbano, caratterizzato da due
                fattori politico sociali rilevanti: in primo luogo la presenza prevalente
                di una classe dirigente «moderata» che aveva avuto parte determinante
                nel periodo risorgimentale e nella conduzione politica dei governi della
                Destra storica, e condivideva quindi una impostazione laica del nuovo
                Stato unitario; in secondo luogo la presenza molto forte e rilevante a
                livello nazionale di forze politiche e formazioni organizzative della so-
                cietà civile e della cultura cittadina legate al mondo della democrazia,
                mazziniana e garibaldina, spesso con forti connotazioni anticlericali,
                anche in virtù di un insediamento liberomuratorio fra i più importanti
                in Italia; ma comunque anche con una significativa presenza di forze
                e istituti cattolici tutt’altro che passive o arrendevoli.
                   Cercheremo  qui  di  leggere  la  vicenda  degli  Artigianelli  avendo  in
                mente  due  questioni  storiografiche.  La  prima  è  relativa  al  tema  del
                governo delle povertà cittadine in un periodo di transizione e di forti
                trasformazioni: urbanistiche, sociali, economiche; con una particolare
                attenzione al tema dell’integrazione, attraverso una appropriata for-
                mazione professionale, dei giovani delle classi povere e «pericolose» in
                questo processo di modernizzazione. L’Istituto sorse infatti nel quar-
                tiere più povero e popolare di Firenze, in un periodo cruciale di forte
                ristrutturazione economica e urbanistica della città. Sebbene gli Arti-
                gianelli, così come vengono designati nel linguaggio comune cittadino
                ancora  oggi,  fossero  contraddistinti  da  uno  specifico  insediamento
                produttivo interno, originale e interessante, una sorta di cittadella ar-
                tigiana, in modo da fornire una istruzione di carattere elementare ac-
                canto a una formazione pratica qualificata in laboratori specializzati,
                lo scopo principale non era soltanto quello tecnico formativo, ma an-
                che e soprattutto quello educativo. Un ruolo importante venne giocato
                da fattori di tipo culturale-politico, resi molto evidenti, nel caso speci-
                fico, dalla funzione e dal peso fondamentale dei cattolici e della Chiesa
                nella nascita e nella gestione dell’Istituto.
                   La seconda questione è quella del ruolo e del tipo di intervento delle
                forze  sociali  cattoliche  sul  terreno  della  formazione  professionale  e
                dell’avviamento al lavoro dei giovani delle classi sociali meno favorite,
                e del modo in cui questo tipo di operazione si ricollega a un tentativo
                della Chiesa e dei cattolici di affrontare con propri modelli operativi il





                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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