Page 226 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 48, aprile 2020flip
P. 226
226 Anna Pellegrino
Filippo Neri ; in sostanza la struttura rimase quella originaria, con la
4
caratteristica commistione di fanciulli e adolescenti (di ambo i sessi)
da una parte, e di anziani lavoratori (anch’essi di ambo i sessi) inabili
o non autosufficienti dall’altra parte.
Molto importante e radicata nel tessuto cittadino, la Pia casa di La-
voro alla fine del XIX secolo contava fra 800 e 900 ospiti , in prevalenza
5
anziani, ma con una struttura che prevedeva una articolazione interna
giudicata insufficiente dallo stesso Arturo Linaker, intellettuale catto-
lico liberale, studioso di Lambruschini, che ne era il Presidente. Era
infatti previsto l’avviamento al lavoro per i giovani ospiti, presso i la-
boratori istituiti all’interno dell’Istituto; ma in realtà in tutto il periodo
fino al nuovo secolo le statistiche interne dell’Istituto mostrano che la
grande maggioranza dei giovani erano ammessi « a tenuta » : in pratica
6
venivano affidati a un artigiano ma più spesso anche a un « tenutario »
non qualificato, spesso a qualche parente che si impegnava a « tenerli »
presso di sé in cambio di un sussidio mensile di 6 lire.
In breve, una situazione piuttosto arretrata e poco efficiente, a giu-
dizio degli stessi dirigenti, che quindi può aiutare a spiegare le ragioni
della istituzione di un nuovo istituto come quello degli Artigianelli, e
soprattutto del suo successo e sviluppo dopo l’affidamento della dire-
zione agli Scolopi, che avevano esperienze di notevole rilevanza nella
gestione di istituti consimili in Italia. In un certo senso, di fronte alla
difficoltà del tradizionale modello di intervento basato sulla collabora-
zione dello Stato e degli enti pubblici con il notabilato locale, cattolico
e non, la soluzione degli Artigianelli rappresentava un modello molto
più compatto, efficiente, mirato, privo delle vischiosità e dei compro-
messi che angustiavano enti più antichi, solidi e importanti come la
Pia Casa.
Tuttavia, la fondazione degli Artigianelli non si pone solo in compe-
tizione con questo tipo di tradizione: per capire pienamente i modi in
cui si realizza questa iniziativa, occorre dare un cenno su quanto si
realizzava sul versante laico e democratico. In effetti, la fondazione nel
1899 a Firenze di un istituto gestito dai cattolici, che aveva nel nome
il termine artigiano, poteva sembrare una sfida a una tradizione laica
ormai decisamente affermata nel settore.
4 Ivi, p. 283. Cfr. G. Gozzini, Il segreto dell'elemosina. Poveri e carità legale a Firenze,
1800-1870, Firenze, Olschki, 1994, p. 22-23.
5 Cfr. La Pia Casa di lavoro e le opere pie annesse dall’anno 1896 al 1906, Relazione
di Arturo Linaker, Firenze, Stab. Tipografico per Minorenni Corrigendi, 1907, tabella a
p. LXVI, da cui risulta che nel 1906 erano ospitati 155 giovani, 106 fanciulle, 393 mas-
chi e 252 donne in età avanzata.
6 Cfr. Ivi. Vi erano solo 8 laboratori interni alla Pia Casa, evidentemente insufficienti
per il numero di ragazzi ospitati.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)