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242 Anna Pellegrino
effettuare il loro apprendistato nei laboratori esterni di artigiani indi-
pendenti disposti a collaborare, che si trovavano sparsi nella città.
Questa misura ebbe un grande successo.
Nel 1913 il numero degli allievi era salito alla cifra rilevante di circa
400. Si era perso il carattere del tutto interno e chiuso della cittadella
produttiva, anche se il controllo per quanto allentato era ancora ben
presente. Infatti oltre alle ore di lezione e alle attività comuni che ve-
nivano comunque sempre svolte all’interno dell’Istituto, si aggiungeva
il fatto che l’Istituto teneva uno stretto contatto con gli artigiani e con
le ditte esterne a cui « forniva » i piccoli apprendisti, proprio per con-
trollarne e sorvegliarne il comportamento e l’apprendimento, e gestiva
anche il lato economico del loro impegno lavorativo, ovvero il salario,
sia pure molto basso (ma comunque per statuto allineato ai salari cor-
renti sul mercato) che i fanciulli impiegati presso ditte esterne riusci-
vano a guadagnare.
Qual era il trattamento dei fanciulli in questo periodo, ovvero alla
vigilia della prima guerra mondiale? Mentre inizialmente i piccoli or-
fani erano tenuti gratuitamente e provvisti di tutto il necessario,
dall’alimentazione ai vestiti, gli Artigianelli esterni ricevevano al di là
di un salario settimanale « una zuppa quotidiana » ; coloro che erano
impiegati nei laboratori della città ricevevano in regalo gratuitamente
due paia di scarpe ogni anno e in caso di malattia, la visita medica e
le medicine. Il salario settimanale che veniva dato agli esterni dal loro
Maestro, doveva essere rimesso per i tre quarti alle loro famiglie e un
quarto doveva essere versato alla Cassa di Risparmio postale in un
libretto nominale.
Come si vede, il rapporto con la famiglia era sempre primario e ben
salvaguardato, anche dal punto di vista economico. A questo tratta-
mento economico si aggiungeva poi un meccanismo di incentivazione,
che coinvolgeva una percentuale importante di allievi (oltre un terzo)
in un sistema premiale su livelli diversificati di merito. Ad esempio, su
56 allievi che frequentavano l’Istituto nel 1904 quattro avevano meri-
tato il primo premio, la medaglia d’argento, cinque il 2° premio, la me-
daglia di bronzo, e dieci il 3°, un diploma d’onore. A questi premi sim-
bolici la Presidenza dell’Opera aveva voluto aggiungere un contenuto
più concreto distribuendo a ognuno dei premiati dei tre livelli libretti
di risparmio del valore rispettivamente di 10, di 5 e di 3 lire .
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Come si può classificare il trattamento di questi ragazzi dal punto
di vista economico? Formalmente l’Istituto si regolava sul funziona-
mento del mercato, nel senso che controllava che i ragazzi non fossero
retribuiti meno delle tariffe correnti in città per i rispettivi settori.
39 Per tutte queste informazioni si veda Ivi, pp. 174-179.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)