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520 Stefano Vinci
(1523) del giovane docente fiorentino nell’ateneo pisano, Silvestro Al-
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dobrandini; il Tractatus legalis de peste (1524) del dottore reggiano
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operante a Bologna, Gerolamo Previdelli. A questi trattati Ascheri ha
dedicato il primo capitolo del suo volume, arricchito da una preziosa
appendice bio-bibliografica dei rispettivi autori , che consente al let-
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tore di conoscere alcuni dettagli in ordine al contesto culturale nel
quale i tre giuristi operarono.
Questi tre trattati chiudevano il cerchio di un percorso dottrinale
che aveva preso stura con le riflessioni avviatesi durante la peste nera
del 1347 e che si sarebbe imposto quale punto di riferimento per i
secoli a venire, determinando numerose riedizioni, man mano che si
ripresentavano episodi epidemici di particolare gravità. Non a caso il
trattato di Ripa fu ristampato ben 14 volte fino al 1601 , con edizioni
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a Lugduni, Lipsia, Lione, Venezia e Torino, quest’ultima accompagnata
da un apparato bibliografico di aggiornamento da parte del professore
torinese Bernardo Trotto nel 1574 . Una tale diffusione è indice
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dell’interesse che l’opera suscitò non solo nei giuristi, ma anche nei
medici, filosofi e uomini preposti al governo di affari temporali e spiri-
tuali, in considerazione della trattazione unitaria dei diversi e multidi-
sciplinari aspetti connessi allo studio delle epidemie e della loro rile-
vanza sociale : ne costituisce un valido esempio l’interesse dimostrato
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nel 1825 dal medico francese Renè-Nicola Dufriche Desgenette, cele-
bre per aver fronteggiato l’epidemia esplosa tra le milizie napoleoniche
in Egitto, il quale dedicò una puntuale segnalazione al trattato del Ripa
nel Journal complémentaire du Dictionaire des Sciences médicales, rav-
visando l’attualità delle misure preventive ivi contenute: «Presque
8 S. Aldobrandini, Tractatus de peste, Bibl. Vat., MS Vat. Lat. 5843.
9 G. Previdelli, Tractatus legalis de peste, in quo continetur quid de iure fieri debeat et
possit, tam circa ea, quae salubritatem civitatum respiciunt, quam circa ultimas volun-
tates, iudicia, et ceteros actus inter vivos, tempore quo peste affligimur quem Hieronymus
Previdellus Regiensis minimus curis professor opusculi author ... libentissime subiicit, per
Hieronymu de Benedectis, Bononae, 1524.
10 La bibliografia degli autori è stata di recente arricchita dalle voci pubblicate sul
Dizionario Biografico dei Giuristi italiani, 2 voll., Bologna 2013 da Paolo Carta (voce Aldo-
brandini, Silvestro, vol. 1, p. 35) e dallo stesso Mario Ascheri (voce Sannazzari della Ripa,
Gianfrancesco, vol. 2, pp. 1789-1790).
11 Il Tractatus fu ristampato a Lugduni negli anni 1538 e 1542; a Lione nel 1548,
1554, 1559 e 1564; a Venezia nel 1560, 1569, 1575, 1685, 1601; a Torino nel 1574; a
Colonia nel 1590 (soltanto il libro II); a Lipsia nel 1598. Cfr. l’appendice bibliografica
contenuta in M. Ascheri, Un maestro del ‘mos italicus’ cit., pp. 143-144.
12 J.F. Ripa, Commentaria ad jus canonicum; item Tractatus de peste, et responsa;
additionibus Bernardi Trotti illustrata, Augustae Taurinorum, 1574.
13 L’opera attirò l’attenzione del filosofo tedesco Johann Neldel, che ne curò la ris-
tampa di Lipsia nel 1598, del bibliofilo Gian Vincenzo Pinelli, che redasse un compendio
dei rimedi preventivi e curativi della peste indicati dal Ripa. Così M. Ascheri, Un maestro
del ‘mos italicus’ cit., p. 55-57.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Agosto 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)