Page 108 - 2
P. 108

576                                                      Maurizio Vesco



              L’interesse, peraltro mai sopito nei secoli, per gli ambienti palatini
           più prestigiosi, quelli di età normanna riccamente decorati, in primo
           luogo, con straordinari apparati musivi, non venne meno ovviamente
           neanche sotto il governo di Toledo. Nel gennaio del 1567 furono, infatti,
           stanziate nuove somme non solo per finanziare il prosieguo dei lavori,
           ma  anche  per  il  restauro  dei  mosaici,  tanto  della  cappella  Palatina
           quanto  degli  appartamenti  viceregi:  la  sala  delle  Quattro  Colonne,
           quella  detta  di  la  mursia  per  antonomasia,  oggi  di  re  Ruggero,  ma
           anche altri ambienti che a quella data conservavano ancora la decora-
           zione musiva e di cui oggi rimangono solo lacerti, alcuni dei quali pure
           erratici. Carlo Aragona Tagliavia, infatti, nell’attesa del rientro a Pa-
           lermo del viceré fece «acconciare et limpiare la musia della Regia Cap-
           pella seu ecclesia existente in detto Sacro Regio Palacio et la musia
                                                                          88
           che si trova in le cammere sonno musiate in detto Regio Palacio» .
              Nuova documentazione conferma, in particolare, che pure stanze
           della Torre Pisana si presentavano decorate con mosaici, e più specifi-
           catamente di tema militare, così come già ipotizzato da Kitzinger prima
                                      89
           e soprattutto da Zoric´ dopo . Se era già stata assurdamente smantel-
           lata qualche anno prima, nel 1558, la primigenia cappella palatina in-
           titolata a Santa Maria di Gerusalemme, fatta realizzare dal duca di
           Puglia Roberto il Guiscardo e restaurata ancora nel 1550 da Juan de
           Vega nell’ambito della sua strategia di appropriazione dei simboli nor-
                 90
           manni , rimaneva invece ancora integra «la cammara di la musia ditta
           di la Battaglia», il più importante di quegli antichi ambienti, vero e
           proprio fulcro della Torre Pisana, straordinaria sala di rappresentanza
           per il sovrano, sulle cui pareti si dispiegava, con un evidente intento
           retorico e apologetico, un ciclo musivo celebrativo delle imprese belliche
           di Ruggero.
              Toledo pare assegnare proprio a questo ambiente lo stesso ruolo-
           chiave che Vega prima di lui aveva riconosciuto alla sala delle Quattro
           Colonne: d’altra parte, il monumentale portale, ornato dalle sue lucci-
           canti insegne araldiche, di cui si è appena detto, non serviva ad altro
           che a condurre alla sala della Battaglia. A conferma dell’attenzione per
           questo ambiente segnalo come, poco prima del Natale del 1567, i maestri





              88  Aspa, Tribunal del Real Patrimonio, Lettere viceregie, reg. 527, c. 136r.
              89  E. Kitzinger, The Mosaic Fragments in the Torre Pisana of the Royal Palace in
           Palermo: a Preliminary Study, in Mosaïque. Recueil d’homages à Henri Stein, s.n., Paris,
           1983, pp. 239-243, p. 243; V. Zoric´, Torre Pisana sede di al-malik Rugâr a Palermo, in
           L’Officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro, 2 voll., Gangemi Editore, Roma,
           2016, I, pp. 97-108.
              90  M. Vesco, Il mito normanno cit., e in particolare per la cappella di Santa Maria di
           Hyerusalem p. 18.



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017    n.41
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   103   104   105   106   107   108   109   110   111   112   113