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Una strada, due regge, una mappa: la committenza di don García Álvarez de Toledo 577



             intagliatori Giulio Ciuffo e Nicola Maineri furono pagati per la loro opera
             prestata in più parti del palazzo: nella cavallerizza monumentale di cui
             si dirà nel seguito, nel nuovo appartamento sopra la cappella Palatina
             destinato alle sedute del Tribunale del Real Patrimonio, nonché per la
             fornitura di quattro portali in pietra di Termini, la stessa del fastoso
             arco gaginesco, da collocarsi uno nella sala delle Quattro Colonne e gli
             altri giusto «in la cammara di la musia ditta di la Battaglia et in li dui
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             cammarini indammosati chi sonnu in ditta cammara» .
                Mi sembra certo, dunque, grazie al riferimento ai due cammarini, che
                                                                      92
             la camera della Battaglia, così come già sostenuto da Zoric´ , sia da ri-
             conoscersi nell’ambiente centrale del piano nobile della Torre Pisana –
             edificio di cui è nota l’assoluta particolarità planimetrica 93  –, quello in-
             terno quadrato e di inusitata altezza – superava i 15 metri –, che conserva
             ancora  oggi  qualche  scampolo  di  mosaico,  creduto  erroneamente  di
             scena di caccia, e che si protende sino alla facciata principale per pren-
             dere aria e luce, in prossimità della quale comunica proprio con due
             ambienti simmetrici più piccoli e coperti anch’essi a volta.
                Sebbene le attività costruttive fossero in pieno fermento e la reggia si
             presentasse come un grande, affollato cantiere, la vita di corte doveva
             egualmente scorrere fra agi e piacevolezze, e il giardino di palazzo, im-
             piantato alcuni anni prima, nel 1560, per iniziativa del viceré duca di
             Medinaceli sul terrapieno del bastione a protezione della prima porta
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             Nuova , svolgeva in essa un ruolo chiave: al viridarium pensile era de-
             stinata, infatti, la raffinata voliera per la cui realizzazione venne richiesto
             l’invio da Messina a Palermo di parecchi chili di filo di rame 95  [Fig. 19].
             Particolarmente significative sono due realizzazioni che vennero intra-
             prese su richiesta del viceré al fine di rendere non solo più confortevole
             ma anche più fastoso l’appartamento che gli era stato approntato a pa-
             lazzo, che doveva risultare in tutto adeguato alle esigenze, pure di rap-
             presentatività, di un principe del suo rango: una stufa e una loggetta,
             entrambe di diretta ed esclusiva pertinenza dell’aposento di don García.
                La stufa, nonostante i numerosi bagni che si contavano a Palermo
             sino al tardomedioevo, piccoli impianti termali di derivazione islamica,




                91  Aspa, Secrezia, reg. 461, c. 478r, 23 dicembre 1567. Anche gli stessi Giacomo e
             Vincenzo Gagini fornirono una soglia e dei gradini lapidei per completare il portale «in la
             intrata di la cammara di la mosia ditta la Battaglia; ivi, 10 gennaio 1568.
                92  V. Zoric´, Torre Pisana cit.
                93  Sulla Torre Pisana si vedano i recenti contributi di V. Zoric´, Torre Pisana cit., e R.
             Longo, “In loco qui dicitur Galca”. New Observations and Hypotheses on the Norman
             Palace in Palermo, «Journal of Transcultural Medieval Studies», III (2016), 1-2, pp. 225-
             317, in particolare alle pp. 259-298, ai quali si rimanda per una più ampia bibliografia.
                94  Aspa, Tribunal del Real Patrimonio, Lettere viceregie, reg. 527, c. 136r.
                95  Ivi, reg. 532, c. 24r.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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