Page 211 - 2
P. 211
Sul mercato degli schiavi a Napoli in età moderna 679
3
tinuato a lavorare altri, ad iniziare da W. Kaiser . Il primo concetto sta
a indicare il valore di un uomo in quanto schiavo, che vale tanto quanto
la sua mansione; il secondo, invece, richiama il valore di un uomo che
può essere riscattato e liberato. Queste due diverse condizioni mettono
in luce un altro aspetto del problema: mentre nel primo caso il valore
di uno schiavo coincide con il suo valore d’uso, nel secondo caso il
valore di scambio è la chiave d’accesso per determinare il prezzo di un
uomo. Nel momento in cui l’uomo-schiavo arriva sul mercato, e diventa
perciò una merce, viene determinato il suo valore, variabile fondamen-
tale – ma non unica – per addivenire al suo prezzo finale. Tra questi
due momenti esiste una fase di contrattazione in cui agiscono sia il
venditore e l’acquirente, che cercano di raggiungere un’intesa per por-
tare a termine un affare, sia lo schiavo stesso che, in quanto merce
attiva, non solo ha modo di partecipare alla fase di contrattazione, ma
può anche avere tutto l’interesse a essere comprato da un altro
padrone o - meglio ancora – a essere riscattato. A giocare sul tavolo
delle trattative saranno allora il valore che il padrone attribuisce al suo
schiavo, quanto la famiglia dello schiavo è disposta a spendere per il
riscatto, quanto lo schiavo stesso pensa di valere affinché la trattativa
vada a buon termine.
Il processo di negoziazione non è dunque così immediato come
potrebbe apparire a prima vista. Lo schiavo ha un valore intrinseco –
una sorta di metaprezzo – legato alle mansioni che svolge per il suo
padrone e questo si riflette in un certo senso sul suo prezzo di vendita.
Ma una serie di altri elementi aiutano a comporre il mosaico che deter-
mina la buona riuscita dell’affare, soprattutto se non si tratta di una
vendita, quanto del pagamento di un riscatto. In quest’ultimo caso,
infatti, il processo di negoziazione tra le parti vede il tendenziale e robu-
sto apreciamento dell’uomo-schiavo. Il suo valore di scambio è in ogni
caso superiore al suo valore d’uso, in quanto entrano in gioco variabili
psicologiche e sociologiche – la voglia di tornare a casa, la famiglia che
intende ad ogni costo riscattare il suo caro ecc. – che fanno aumentare
il prezzo del riscatto. Il punto di incontro tra domanda e offerta si disco-
sta perciò dal piano delle tradizionali leggi di mercato, per andare a
intrecciarsi con dinamiche maggiormente complesse che rendono que-
ste contrattazioni di particolare interesse storico. La loro stessa natura
sfuggente richiama dinamiche che ci dicono qualcosa di molto più inte-
ressante rispetto ai meri dati numerici.
3 W. Kaiser (a cura di), Le commerce des captifs : Les intermédiaires dans l’échange
et le rachat des prisonniers en méditerraneé, XVe-XVIIIe siècle, École Française de Rome,
Rome, 2008, in particolare M. Fontenay, Esclaves et/ou captifs: Préciser les concepts,
ivi, pp. 15-24.
n.41 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)