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Sul mercato degli schiavi a Napoli in età moderna                683



                In particolare, si ritiene che occorra lavorare in due direzioni tra loro
             integrate: la prima, relativa al valore economico percepito ed ai suoi
             meccanismi. Qual era la percezione sociale ed economica delle diverse
             tipologie di schiavi e cautivos nell’Europa di età moderna? La seconda
             relativa ai differenti tipi di mercato e di commercio in cui rientravano
             schiavi e cautivos.
                La nostra ipotesi è che percezione economica e tipologia di mercato
             fossero largamente determinati dalla forbice che si creava tra valore
             d’uso e di scambio di uno schiavo, in cui la variabile principale era
             determinata da ciò che potremmo chiamare la “speranza attesa del
             riscatto”. Si tratta evidentemente di una variabile sia strettamente eco-
             nomica, che sta alla base di una teoria dei prezzi degli schiavi in età
             moderna (mai tentata dalla storiografia), sia sociale e oseremmo dire
             psicologica, in quanto in grado di influire in maniera importante sulla
             percezione del sé.


             L’asiento delle 26 galere napoletane del 1585

                Nel corso di tutto il XVI secolo Napoli tese a rafforzare la sua flotta.
             Questa svolta navalista non era propria della città partenopea, ma
             coinvolse più o meno tutti gli stati della Monarchia cattolica affacciati
             sul Mediterraneo. Tra il 1562 e il 1574 la flotta dei Regni iberici spa-
             gnoli passò da 7 a 37 unità; la squadra delle galere spagnole in Italia
             da 7 a 17; le galere di Sicilia da 10 a 22; la squadra napoletana da 8 a
             54; le galere genovesi di Gian Andrea Doria si mantennero nel numero
                   13
             di 12 . La crescita della flotta napoletana rappresenta lo specchio
             dell’offensiva contro i turchi (Graf. 1).
                Come già accennato in precedenza, Bernard Vincent in un articolo
             apparso nel 2011 si è occupato dell’asiento delle galere di Napoli del
             1585. I documenti consultati da Vincent, e conservati a Simancas,
             rappresentano una fonte eccezionale per la quantità e per la qualità
             delle informazioni che forniscono. Il primo aspetto da tenere in conto
             è appunto il fatto che i 26 legni vennero conferiti in asiento a tredici
             privati, ognuno dei quali gestiva due galere. L’operazione di assegna-
             zione delle imbarcazioni venne condotta da Don Juan de Cardona,
             capitano generale delle galere nel febbraio-aprile di quell’anno, e sotto
             lo stretto controllo del Duca di Osuna, don Pedro Giron, viceré di




                13  G. Muto, Strategie e strutture del controllo militare del territorio del Regno di Napoli
             nel Cinquecento, in E. G. Hernán, D. Maffi (e cura di), Guerra y sociedad en la Monarquía
             Hispánica. Polítíca, estrategía y cultura en la Europa moderna (1500-1700), vol. I, Edicio-
             nes del Laberinto, Madrid, 2006, pp. 153-170, p. 162.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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