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564 Maurizio Vesco
Fig. 13. L’ala del Palazzo Reale messinese che ospitava la cavallerizza e la sala del
Parlamento, quest’ultima riconoscibile per i resti delle grandi finestre gotiche (a destra); L.-
J. Despréz, Vue de la Place Royale de Messine, dettaglio, da J.-C. R. de Saint-Non, Voyages
pittoresques ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile, t. IV, p. I, s.n., Paris, 1785.
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etnei . Durante la lontananza di Toledo il presidente del Regno veniva
informato, infatti, dal secreto di Messina su come «si attendi a fare li
curvi per notarsi il damuso de la sala appresso la quadra», come era ap-
pellata l’anticamera a pianta quadrata che precedeva il grande salone pa-
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latino, già completata a quella data e fatta costruire pure da don García .
Un altro aspetto interessante del progetto messinese riguarda,
poi, talune scelte di natura estetica, e più in particolare cromatica,
53 In una più tarda missiva del febbraio 1569 indirizzata al tesoriere del Regno si
faceva riferimento a tre mandati di pagamento emanati nel 1565 da don García, tra cui
uno relativo a «tavoli duicentocinquanta di Mascari presi [...] per lo nobile Joanne Anto-
nio Patella, soprastante delle fabrice de detto Regio Palatio, per lo dammuso della sala
grande fatta in ditto palatio»; ivi, reg. 550, c. 168v.
54 Ibidem. Ritengo che «li doi stancii» di cui il viceré promosse la costruzione fin dai
primi giorni del suo insediamento a Messina siano da riconoscere proprio nella sala
grande e nella quadra, per il cui completamento ancora nel settembre del 1566 questi
da Sciacca ordinava al secreto della città di mettere a disposizione, piuttosto che una
cifra determinata – le usuali cento o duecento onze – «tanta somma de dinari quanto
sarrà bisogno per ditta fabrica», rivelando così tutto il suo interesse per quell’opera; ivi,
reg. 531, c. 40v.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017 n.41
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)