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                gigantismo navale, soprattutto nel settore crocieristico, del traffico
                ro-ro  e  container,  del  trasporto  marittimo  a  corto  raggio  e  degli
                scambi economici nel Mediterraneo . Inoltre, l'aumento del traffico
                                                   52
                nell'area richiederà maggiore spazio marittimo da destinare ad aree
                di stazionamento ed ancoraggio per soddisfare la crescente domanda
                di movimentazione merci e passeggeri. Di conseguenza, la gestione e
                la pianificazione del trasporto marittimo dovranno tenere conto della
                forte influenza derivata dall'insieme delle attività di movimentazione
                merci e passeggeri nel contesto di bacino. Tali densità di traffico ma-
                rittimo in un'area così ristretta possono comportare numerosi con-
                flitti con altri usi locali nonché rilevanti impatti ambientali (ad esem-
                pio inquinamento, introduzione di specie invasive non indigene, rila-
                scio di rifiuti, rumore sottomarino, impatto diretto con megafauna e
                specie protette).
                   Tra le attività che maggiormente rischiano di risentire delle con-
                seguenze dell'espansione del traffico marittimo in Adriatico Setten-
                trionale è il settore pesca. Anche la pesca risulta ancora essere l'at-
                tività economica primaria per molte comunità costiere nord adriati-
                che, italiane e croate. L'area veneziana include alcune delle più im-
                portanti marinerie in termini di flotte e di valore economico-occupa-
                zionale  complessivo,  come  Venezia,  Caorle,  Polesine  e  soprattutto
                Chioggia, la prima d'Italia. Le attività di pesca hanno influenzato l'ab-
                bondanza delle risorse marine in Adriatico per secoli ma la loro re-
                cente  intensificazione,  con  un  progressivo  aumento  dello  sfrutta-
                mento diretto e indiretto delle risorse, ha causato l'alterazione degli
                habitat, la riduzione della biodiversità e dei principali stock ittici di
                interesse commerciale. Tali evidenze impongono l'adozione di misure
                gestionali che riducano gli impatti della pesca sugli ecosistemi adria-
                tici, tutelando al contempo il settore dal punto di vista economico,
                produttivo e occupazionale, e valorizzandone le sinergie con gli altri
                usi del mare .
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                   Il generale impoverimento della qualità ambientale legata all'eser-
                cizio intensivo delle attività di pesca, soprattutto a strascico, ha per-
                messo di maturare la consapevolezza, codificata in leggi comunitarie
                (ad  esempio  Politica  Comune  della  Pesca  e  Marine  Strategy  Fra-
                mework Directive, 2008/56/EC) e strategie macro regionali (ad es.
                EU Strategy for the Adriatic-Ionian Region - EUSAIR), della necessità


                   52  Progetto SUPREME, Deliverable C 1.3.8. - North Adriatic Case Study. http://www.
                msp-supreme.eu/files/c-1-3-8-north-adriatic.pdf
                   53  G. Farella, S. Raicevich, M. Bocci, et al., Progetto NORA - Sviluppo di strumenti a
                sostegno della governance partecipata degli usi del mare nel Compartimento marittimo di
                Chioggia. PdA FLAG GAC Chioggia Delta del Po 2014-2020. Rapporto finale, 2019.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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