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Ridisegnare Venezia tra sviluppo portuale e protezione della laguna   727


                    con il Levante, ma «in tutte le parti del globo» e in particolare nelle
                    Americhe . Parallelamente alla crescita economica, venivano sempre
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                    menzionate anche quelle demografica e culturale, come testimoniato
                    dalla creazione di accademie scientifico-letterarie e biblioteche. Que-
                    sta idilliaca immagine di Trieste sarebbe presto diventata un tema
                    centrale nei discorsi di coloro che a Venezia sostenevano la creazione
                    di un nuovo porto franco, come ben illustrato dalle parole del giurista
                    Francesco Foramiti :
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                       Anche Trieste deve attribuire il suo risorgimento alla franchigia del porto
                    che l’imperatore Carlo VI gli accordò nel 1719. All’epoca il suo porto cominciò
                    a dilatarsi, e poi si è talmente accresciuto, che da una piccolissima città in
                    antico è diventata una delle più commercianti e popolate dell’Italia. […] In
                    una parola grazie alla franchigia del porto e agli altri favori dall’Augustissima
                    Casa d’Austria largamente impartiti, la piazza di Trieste è giunta ad un grado
                    di floridezza da superare ogni altra città marittima nel commercio del Le-
                    vante colla Germania, di cui presentemente è la scala principale 38 .

                       I  porti  franchi  apparivano  effettivamente  come  un  motore  dello
                    sviluppo urbano non solo a livello commerciale ma su un piano so-
                    ciale più ampio. Il porto franco, nei casi di città artificiali come Li-
                    vorno e Trieste sorte quasi dal nulla solo per essere luoghi di transito
                    e di scambio (oggi si direbbe poli logistici), aveva generato notevole
                    sviluppo di spazi urbani in cui l'elemento cittadino e l'elemento por-
                    tuale  erano  profondamente  connessi.  Allo  stesso  modo,  tuttavia,
                    come è ben illustrato dal caso di Venezia, i porti franchi potevano
                    essere percepiti anche come una minaccia per gli equilibri sociali,
                    urbani e politici interni ed esterni. L'innesto su una realtà con una
                    tradizione commerciale secolare diversa poteva infatti avere un im-
                    patto  quasi  distruttivo.  Venezia  era  una  città  di  emporio  in  cui  la
                    vocazione commerciale era strettamente legata a una serie di attività
                    interne (dalla manifattura alla pesca) non compatibili né con le in-
                    frastrutture né con l’impianto istituzionale necessari per il decollo di
                    un  porto  franco.  Insomma,  il  porto  franco  e  più  in  generale


                       36  Saggio sopra il commercio in generale con un prospetto storico dell’ingrandimento
                    della città di Trieste corredato di annotazioni storico critiche di Carippo Megalense P.A.
                    socio dell'Accademia letteraria romano-sonziaca triestina [A. Carpaccio], G. Weiss, Trie-
                    ste, 1805.
                       37   Su  Foramiti  si  veda  L.  Casella,  Foramiti  Francesco,  in  Dizionario  biografico  dei
                    giuristi italiani (XII-XX secolo), a cura di I. Birocchi, E. Cortese, A. Mattone, M. N. Miletti,
                    1, Il Mulino, Bologna, 2013, pp. 886-887.
                       38  I vantaggi del porto franco discorso economico del dr. F. Foramiti, dalla tipografia
                    di Alvisopoli, Venezia, 1829, p. 18.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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