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                   Tuttavia, l'analisi dei processi contemporanei di trasformazione de-
                vono prendere in considerazione sia le consistenti interazioni terra-
                mare sia le scale su cui operano le attività antropiche, inquadrando la
                laguna di Venezia nell'ambito dell'intero bacino del Mar Adriatico. L'in-
                tero  Mar  Adriatico  settentrionale,  per  le  sue  uniche  caratteristiche
                idro-geologiche ed ecologiche, rischia di subire i pesanti effetti ambien-
                tali di una gestione insostenibile dello spazio marino e costiero con
                maggiore intensità e in tempi più rapidi rispetto ad altre aree mediter-
                ranee . La porzione settentrionale del Mar Adriatico, con una costa
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                relativamente poco frastagliata e fondali bassi che raggiungono, con
                pendenze lievi, una profondità media di circa 35 metri, costituisce la
                più larga area di piattaforma continentale dell'intero Mar Mediterra-
                neo. Delta fluviali, lagune e aree umide caratterizzano il paesaggio do-
                minante  dell'area  costiera  Adriatica  nord-occidentale.  Le  complesse
                caratteristiche climatiche (basse temperature invernali, forte stratifi-
                cazione verticale estiva) ed oceanografiche (circolazione superficiale e
                profonda, idrologia, venti prevalenti che regolano il movimento delle
                masse d'acqua) dell'Adriatico settentrionale giocano un ruolo essen-
                ziale nel determinarne la configurazione ecologica e morfologica, in-
                fluenzando sia i processi ecologici sia quelli sedimentologici.
                   Le  condizioni  generali  dell’area  sono  fortemente  influenzate  dal
                fiume Po, i cui apporti di acqua dolce rendono il bacino uno dei più
                produttivi del Mediterraneo, determinano condizioni di salinità ridotta
                e densità variabili, movimento di masse d’acqua con correnti preva-
                lenti verso sud, ed influenzano la struttura delle comunità presenti. Il
                Po fornisce oltre l'11% dell'acqua dolce che fluisce nell'intero Mediter-
                raneo ed il 28% di quella dell'Adriatico (oltre il 50% se si considera
                esclusivamente la sua porzione settentrionale) . L’apporto di acque
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                dolci concorre a immettere in mare grandi quantità di nutrienti che,
                in periodi di alta portata (ad es. dopo forti precipitazioni invernali),
                possono  portare  a  significativi  aumenti  della  produttività  dell’ecosi-
                stema marino . I sedimenti sono prevalentemente sabbiosi e limosi,
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                influenzati dall'apporto di materiali di origine fluviale, seppur in pre-
                senza di biocostruzioni (tegnùe) di elevata rilevanza ecologica.


                   48  C. Cerrano, D. Cebrian, S. Raquena (eds.), UNEP/MAP-RAC/SPA, Adriatic Sea:
                Description of the ecology and identification of the areas that may deserve to be protected,
                RAC/SPA, Tunisi, 1999.
                   49  D. Degobbis, M. Filmartin, N. Relevante, An annotated nitrogen budget calculation
                for the northern Adriatic Sea, «Mar. Chem.», 20 (1986), pp. 159-177.
                   50  D. Degobbis, R. Precali, I. Ivancic, et al., Long-term changes in the northern Adriatic
                ecosystem related to anthropogenic eutrophication, «Int. J. Environ. Pollut.», 13 (2000),
                pp. 495-533.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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