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Resistenza, adesione e frode fiscale nell’Europa della prima età moderna 563
tributarie devono istituire un sistema di controlli e punizioni che fun-
zionino come efficaci deterrenti perché i contribuenti non si sottrag-
gano alle richieste del fisco. Un secondo elemento è dato dal contesto
sociale e culturale. Se in un determinato ambiente è largamente con-
divisa la riprovazione per chi froda il fisco, allora è molto probabile che
i contribuenti tendano a comportarsi onestamente. Un ulteriore fattore
concerne la relazione tra governo e contribuenti: se questi ritengono
di ricevere servizi adeguati all’ammontare delle tasse che versano o
considerano un dovere contribuire al bene comune, allora è probabile
che il fenomeno della frode sia molto limitato. Tuttavia, la realtà è
molto più complessa, e la teoria non riesce a catturare il ventaglio di
comportamenti, dovuto al contesto sociale, economico e culturale, che
i contribuenti possono seguire . Questo paragrafo tenta di esplorare
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tale problematica traendo esempi dalla storia europea e di proporre
un’ottica di lungo periodo.
La studiosa americana Margaret Levi ha proposto due categorie
concettuali utili per definire la questione: la conformità volontaria e
quella quasi-volontaria . A differenza della legittimità ideologica, ba-
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sata su un set di norme esistenti riguardo l’equità, la conformità vo-
lontaria prevede che i sudditi paghino le imposte volontariamente, lad-
dove la conformità quasi-volontaria implica l’intervento della coerci-
zione e di incentivi materiali in un quadro di ricerca del consenso da
parte del governo. La questione, dunque, riguarda da una parte gli
strumenti coattivi che il governo può o vuole sfruttare, e dall’altra il
complesso nodo del consenso, vale a dire l’articolazione dei rapporti di
reciprocità fra il governo e quei sudditi che sono in grado di contrattare
con esso. Il raggiungimento di un elevato grado di cooperazione risulta
cruciale per il principe: più è ampio e condiviso un atteggiamento con-
sensuale verso la tassazione, meno pesanti sono i costi di transazione
(costi per far rispettare le regole, per acquisire informazioni, per con-
trollare il corpo contribuente e il suo imponibile, per gestire la riscos-
sione, per negoziare l’onere fiscale e la sua distribuzione).
Per quanto riguarda la conformità volontaria, le prove quantitative
dirette dei comportamenti virtuosi dei contribuenti sono fornite an-
zitutto dal differenziale tra gettito previsto e pagamento effettivo,
come vedremo tra breve. Interessa ora mettere in evidenza una fonte
che, a quanto pare, non è stata mai sfruttata adeguatamente dagli
41 B. Frey, Deterrence and Tax Morale in the European Union, «European Review», 11
(2003), pp. 385-406; L. Felde, B. Frey, Tax Evasion in Switzerland: The Roles of Deter-
rence and Tax Morale, in N. Hayoz, S. Hug (eds), Tax, Evasion, Trust, and State Capaci-
ties, Lang, Bern, 2007, pp. 123-153.
42 M. Levi, Of Rule and Revenue, University of California Press, Berkeley, 1988, pp.
48-70, su cui mi baso largamente.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)