Page 19 - 1
P. 19
Resistenza, adesione e frode fiscale nell’Europa della prima età moderna 561
Nel momento in cui il potere centrale demandava la responsabilità
dell’accertamento a commissioni locali era inevitabile che si praticas-
sero forme di collusione e di elusione. Nel 1606 si diceva che gli stima-
tori per il sussidio a Londra erano «contented to omit oftentimes persons
of the best ability and do not present their names… if they do present
them yet do they undevaluably tax them» . Nel 1671, ancora in Inghil-
33
terra il Privy Council sospettò che a Chester gli ufficiali locali avessero
elargito un numero eccessivo di esenzioni . Ciò naturalmente offriva
34
l’opportunità di rafforzare meccanismi clientelari a favore delle élite pro-
vinciali. La delicata questione, dunque, riguardava le relazioni tra auto-
rità fiscali centrali e ufficiali locali, il loro grado di affidabilità, la loro
efficienza rispetto alle esigenze del centro politico nazionale. Ma anche
a livello locale, nel compilare liste fiscali utili per la distribuzione delle
spese comunali, i margini di manovra dei membri dell’élite locale erano
notevoli, soprattutto quando occorreva stimare la quota di beni mobili.
Ad Albi, nel sud della Francia, la sottoregistrazione dei patrimoni mobi-
liari nei catasti trecenteschi comportò di fatto un’imposizione regres-
siva, a tutto vantaggio dei contribuenti più agiati .
35
La decisione di avviare un censimento fiscale rappresentava anzi-
tutto una scelta di carattere politico, poiché andava a incidere sulle re-
lazioni di potere tra i corpi locali, la cui vocazione ultima era la tutela
delle proprie prerogative fiscali, talvolta a scapito di quelle altrui. L’al-
ternativa che gli studiosi solitamente pongono tra imposta diretta ba-
sata su rilevazioni catastali e imposizione indiretta (soprattutto sui ge-
neri di largo consumo) allora dovrebbe essere riconsiderata. Primo, le
gravi omissioni per quanto riguarda l’accertamento dei beni imponibili,
specie per i capitali mobiliari, favorivano di fatto i gruppi più agiati, che
pagavano meno rispetto al loro patrimonio effettivo in termini relativi
rispetto alle fasce di contribuenti più deboli. Secondo, la tassazione di-
retta costituiva un potente strumento di lotta politica: chi gestiva l’ac-
certamento e il prelievo fiscale era in grado di colpire gli avversari, ap-
pesantendone il carico tributario. L’elevato grado di discrezionalità
avrebbe permesso, infatti, alle autorità fiscali di modulare il peso tribu-
tario secondo criteri politici piuttosto che meramente economici. Così,
nel XV secolo gli avversari dei Medici erano stati colpiti con valutazioni
33 Cit. da J. Boulton, Neighbourhood and Society. A London Suburb in the Seventeenth
Century, Cambridge University Press, Cambridge 1987, p. 106.
34 M. Braddick, State Formation in Early Modern England, c. 1550-1700, Cambridge
University Press, Cambridge, 2000, p. 256.
35 J-L. Biget, Les résistences aux impôts communaux. Le cas d’Albi (XIIIe-XVIe siècle),
in D. Menjot, A. Rigaudère, M. Sànchez Martìnez (a cura di), L’impôt dans les villes de
l’Occident méditerranéen, XIIIe-XVe siècle, Comité pour l’histoire économique et fi-
nancière de la France, Paris, 2005, pp. 259-260.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Dicembre 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)